Ricordo di un quartiere è un racconto a puntate di una storia di fantasia, ma con riferimenti di zone esistenti
Scritto da Valerio Agitati con la correzione di Teresa Fortunati

7° parte

Nei giorni seguenti Mattia diede la notizia a tavola ,a tutta la famiglia riunita, della sua promozione e la conclusione della scuola, si misero a discutere del suo futuro, e al nonno venne una idea:” perché non vieni in America con me, potrai imparare il mio lavoro e se ti piace potrai tornare per aprire un ristorante nel quartiere” l’idea piacque molto alla figlia e al genero, ne parlarono nei giorni successivi e sistemarono i dettagli del viaggio e dell’alloggio.
Finiti i preparativi giunse il giorno della partenza, Maria e Gianni li portarono all’aeroporto della Malpensa dove partivano gli aerei intercontinentali per New York, alla chiamata del volo si salutarono con un pianto collettivo, li videro passare dal ponte che portava al volo un grande saluto poi sparirono all’interno dell’aereo, l’assistente di volo li condusse nei posti prenotati in prima classe, con la raccomandazione di chiamarla per ogni bisogno.
Si sedettero, Mattia scelse il posto vicino al finestrino per ammirare il paesaggio, il comandante spiegò le caratteristiche dell’aereo e del volo, Mattia che era alla sua prima volta di un viaggio così lungo era eccitato , il nonno invece riviveva in lui il ricordo della sua partenza fatto in nave e con la paura di ciò che avrebbero trovato e con la rassegnazione di non potere rimanere dove non c’era lavoro per tutti.
Il volo durò 8 ore senza scalo, all’arrivo guardando dal finestrino Mattia rimase incantato dai grattacieli e dell’immensa distesa di case, impressionato da tutto fosse così grande rispetto al suo Borgo.
L’atterraggio fu molto morbido, l’assistente venne a prelevarli e li accompagnò alla scaletta della discesa, arrivarono al terminal e da lontano scorsero Franca con i suoi figli che li attendevano, un grande abbraccio con tante lacrime di gioia nel rivedere il babbo e il nipote mai conosciuto di persona, uscirono e si diressero verso casa.
Si riunirono tutti nel salone e il nonno spiegò come mai Mattia era con lui e tutti ne furono entusiasti.
Nei mesi successivi cominciò il nuovo lavoro con gli zii e il nonno che faceva da supervisore, cominciò a parlare la lingua del posto e a comprenderla , e con molta determinazione affrontò il lavoro da ristoratore nel locale dei parenti.
I mesi diventarono anni e alla sera era sempre in collegamento con i genitori con Skype, la differenza di orario combaciava con il primo mattino in Italia, e spiegava a loro i suoi progressi come ristoratore.
Al suo rientro dal lavoro una sera, trovò il nonno che stava molto male, lo guardò e si mise a piangere perché il nonno non l’aveva riconosciuto, il suo volto era però sereno, lo vegliò tutta la notte fino al mattino quando spirò.
Si fecero i funerali nella tomba di famiglia dove riposava la nonna Ada, dopo il rito funebre nel ritorno a casa continuava a piangere rincuorato dai suoi cugini, pensando a tutto quello che il nonno aveva donato al quartiere dove era nato.
Ai funerali aveva partecipato la sua ragazza Sonia, che aveva conosciuto al ristorante , dove lavorava come cameriera.
Mattia, era sempre triste, Sonia con la sua presenza lo aiutò a superare i momenti difficili, nel lavoro e nella vita lontano da casa.
Continua