Antonio Delnevo(Tonino)

Un altro sanrocchino ci ha lasciato : Antonio Delnevo (Tonino) . Tutti noi della redazione siamo vicini alla figlia Daniela in questo momento di grande dolore.  Tonino era uomo riservato ma che aveva sempre una parola gentile e un saluto per tutti e per questo lo vogliamo ricordare.
Patrizia lo ricorda cosi "Cortese, puntuale, competente e bonario, così mi sento di definire, se così si può dire, il caro Tonino, uno dei membri fondatori del "Comitato pro restauri per la Chiesa ed il Convento di San Rocco", costituitosi negli ultimi anni settanta sotto la guida  di don Ugo e poi di don Giuseppe.  Sempre presente, sempre bonario e sorridente, sempre pronto a sostenere le iniziative parrocchiali. Così io l’ho conosciuto." Di seguito riportiamo uno scritto che Antonio ci aveva dato sui suoi ricordi della Stazione al tempo della guerra.
" Al termine della seconda guerra mondiale gli edifici della stazione ferroviaria di Borgo val di Taro, sebbene lesionati, erano ancora abbastanza integri, in quanto non erano stati colpiti direttamente dalle bombe. Invece era del tutto interrotta la ferrovia, sia verso La Spezia, che verso Parma per danni ai binari e per il crollo del ponte di ferro Quest’ultimo era stato fatto saltare in aria dai partigiani che avevano fatto brillare cariche messe in precedenza dai tedeschi che volevano proteggersi nella ritirata.  La galleria del Borgallo ospitava un convoglio carico di esplosivi, abbandonato anch’esso dai tedeschi. Questo treno venne poi spostato su un binario morto vicino alla stazione. A proposito del suo carico  c’è un aneddoto che  riguarda mio padre. Avendo intravisto una bomba  di profondità facente parte del carico, mio padre decise di farne un distillatore per la grappa: salì di nascosto sul carro di esplosivi e armato di scalpello e martello ne tolse la spoletta e lo svuotò dell’esplosivo. Così facendo, ignaro, mise a repentaglio la sua vita e quella di buona parte dei borgotaresi, ma la fortuna fu dalla sua . Poi portò il contenitore  vuoto a casa ma suo padre (mio nonno) appana lo vide non ne volle nemmeno sentir parlare  e lo prese a male parole: tanta fatica per nulla!
Nei mesi successivi venne presto ripristinato un  breve collegamento con Grondola per mezzo di una motrice a vapore prima e con una motrice elettrica poi.
Invece per Parma i lavori durarono molto più a lungo perchè andava ricostruito il ponte . Per raggiungere il capoluogo occorreva transitare con carri messi a disposizione dalle Ferrovie  attraverso Berceto e successivamente scendere a Fornovo."