Ciao Silvano un Ragazzo d’Oro Lucia Tagliavini 20-10-2025
20 Ottobre 2025 da valerio
SILVANO,UN RAGAZZO DI SANROCCO
Il ragazzo dagli occhi blu, se ne è andato…Si noi ragazze del cortile della ditta Tagliavini, lo chiamavamo cosi’. Aveva gli occhi azzurri come il cielo, quel cielo terso che ci regala il mese di settembre…..
pulito, senza nuvole e di un azzurro intenso. Biondo, molto riservato, educato,rispettoso. La sua vita all’esterno di quel cancello che si schiudeva ogni mattina al suono della sirena della Milanese &Azzi che si alzava potente in San Rocco avvisando dell’ inizio del lavoro, non la conosco. Ma sicuro faceva parte di quei ragazzi che ogni giorno nei momenti liberi, frequentava la gelateria Savoia .Era li appena fuori dal cancello della ditta Tagliavini che , tutti i ragazzi e le…ragazze del nostro quartiere, spesso si riunivano per una chiacchierata tra amici. E magari al suono di un juke-box , ballavano nella Balera attigua. Altro punto di ritrovo era l’ampio terrazzo di casa nostra di fronte alla trattoria con locanda di Marioni. Noi ragazze eravamo, l’estate sul terrazzo a godere del fresco della sera e chi scendeva dalla Stazione, era facile si fermasse un po’ con noi per poi proseguire alla volta del Bar. Silvano, immagino, era uno di loro, ma la sua riservatezza faceva si che, ai miei occhi passasse inosservato. Abitava quella casa che confinava col cavalcavia della Ferrovia lungo la strada che portava alla cementeria e proseguiva per Ostia …..La sua famiglia era composta dal padre muratore, la mamma mondina, e due fratelli oltre alui: Giuliano e Adriano. Ho saputo solo in questi giorni del lavoro di suo papà ed allora il ricordo mi è andato a un libro dove si racconta la storia di Albareto e certi Filipponi e Ottonari collaborarono col papà per rimettere in piedi il campanile della chiesa, distrutto da un terremoto. Ebbene, mi piace pensare che sia stato proprio il papà di Silvano a lavorare a quella chiesa, peraltro anche ristrutturata nella sua facciata …Correva l’anno 1946. Lui avrà avuto si e no, quattro o cinque anni…per arrivare a lavorare da noi , intorno al 1960, ne han dovuto passare ancora diversi. Poi è arrivato da noi ed è li che abbiamo conosciuto il’ bel ragazzo dagli occhi blu’..Il padre poi è partito per la Svizzera a lavorare e questi ragazzi soli con la loro mamma, ebbero di che dover arrangiarsi nella loro vita. Eccoli dunque: vediamo Silvano e Giuliano, lavorare in ditta per qualche tempo ma poi, desiderosi di farsi una posizione migliore partire alla volta di Milano e li , come i piu ‘che abbiamo incontrato sul nostro cammino, ripresero a studiare : il giorno lavoravano, la sera frequentavano le scuole serali, cercando di recuperare il tempo perso, quando ancora ragazzini, lavoravano da Tagliavini. Del primo periodo milanese di loro non seppi nulla. Poi un avvenimento importante, la nascita di un giornalino sul web, determinò il nuovo avvicinamento. Silvano si atteggio’ a giornalista e d inizio’ a scrivere i suoi ricordi di vita vissuta tra le strade del quartiere e del paese
tra cruenti episodi di guerra e vita vissuta in un mondo di pace.,Con Silvano spinta dagli organizzatori che avevano scoperto in me, doti straordinarie di scrittrice, cosi dicevano loro, mi unii anch’io. In seguito, un giorno, riuscimmo ad incontrarci e per qualche anno ci tenemmo in contatto. Nacque dunque il Giornale di Quartiere San Rocco, correva l’anno 2006?????non ricordo………. e tutti eravamo invitati a raccontare episodi interessanti della nostra vita..La cosa si stava via via facendo interessante. . Tra questi ci fu chi, se pur lontano, inizio’ a narrare di se’, delle proprie esperienze passate, dei suoi incontri lungo Via libertà e lungo le strade del paese. Silvano, fu uno dei primi ad accogliere l’niziativa, Era contento di raccontare aneddoti di vita passata in cui lui stesso aveva partecipato in prima persona. I suoi erano per lo più episodi di guerra e di sfollamento .ma tutto risultava interessante per quel giornalino appena nato. Fu in questo frangente che si cercò di mettere in piedi una sua proposta di radunare i superstiti di quella famiglia allargata costituita per lo piu’ dagli operai della ditta Tagliavini che viveva al di la del grande cancello di Via Libertà e pur senza risultato ci si provò. Sarebbe stato bello e Silvano moriva dalla voglia di incontrarci tutti. Non fu possibile. Qualcuno, anzi la maggior parte, morirono nel frattempo. Caddero a uno a uno come tanti soldatini, proprio in quegli anni. Erano rimasti in pochi…ma ne sarebbe risultata comunque una bella festa piena di ricordi tutti da raccontare. Gioie e dolori di una vita trascorsa in quel cortile……ma purtroppo il sogno di Silvano,,rimase nel cassetto. Ci contentammo io e lui di vederci ad una festa di Quartiere, ma non fu la stessa cosa e da allora la vita del poi, è rimasta quella del rimpianto di non avere messo in piedi questa che lui chiamava rimpatriata…In seguito arrivò il Covid e tutti in una maniera o nell’altra rimanemmo coinvolti. Ancora nell’aria si respira questo senso di solitudine in questo mondo che nonostante gli sforzi non è più lo stesso.
Beh, Silvano, ciao voglio pensare che lassù tra le stelle tu abbia di che organizzare la tua…’rimpatriata ‘… un saluto, un abbraccio e ……non so che dire…un grazie per averci regalato la tua sincera amicizia ed un pezzettino del tuo cuore. Lucia Tagliavini.
Devo ringraziare Roberta e Rosetta da cui ho carpito qualche piccola notizia, grazie!!!anche Luisella per averlo chiamato il ‘ ragazzo dagli occhi blu’…….