Nasce nel 1967 a cura di un gruppo di ragazzi ed ha per scopo la rinascita del Carnevale. Un nome importante in questo gruppo è quello di Giuseppe Valla, ma non solo, ci sono Savino, Mauro, Marco, Luigi, Fausto, Enzo, Cesare, Nanni, Gigione, e altri. ancora che nomineremo man mano con il procedere della storia.. La loro sede è il bar gelateria Savoia in quegli anni gestito dai signori Mario e Maria Bertolini, rientrati dalla Svizzera. ( Anche se c’entra poco con il gruppo , bisogna aprire una parentesi per esaltare la bontà di quei gelati, confezionati da Mario e dalla Maria, specialmente quelli al cioccolato…..svizzero!) Il motto del gruppo è POST LABOREM GAUDIUM. Mentre a favore della comunità organizzavano il Carnevale, alcuni di loro (Savino, Giuseppe, Marco e altri) organizzavano, per se stessi, gustose merende e cene specialmente in quel di Valdena ( La Banca e vicino al Monello ) e altri momenti divertenti.

Premesso che in casa mia prepararsi al Carnevale era un rito importante quanto quello di preparare gli anolini a Natale, per parlare del Carnevale del GRUPPO, ho avuto bisogno dei ricordi di un protagonista tecnico e….indispensabile del Carnevale: Mauro.

La prima sfilata fu nella domenica del 1967 ed il carro allegorico rappresentava i giovani di moda allora, i beat, i figli dei fiori ecc. Fu creato con manifesti autentici e altro materiale che Ernesto aveva portato da Roma. I protagonisti erano pieni di allegria e di…gioventù ed il successo fu tanto che si pensò, invece di riposare sugli allori, di uscire con un altro carro il martedì grasso. Un’idea l’ebbero da subito, anche se lì per lì, sembrava un po’ macabra, ma la realizzarono in modo impeccabile. Traduco il titolo in italiano: LA MORTE DEL PORCO. Sul carro trainato dal mulo del signor Gasparini ( mi si permetta il conosciuto soprannome: Zinghetti), c’era una bara e una testa di maiale( Offerta dal signor Graziano) , un folto gruppo di donne in gramaglie e in pianto seguivano il feretro accompagnando la vedova ancora più in pianto e in lutto stretto, con molti veli neri che la coprivano ( era il signor Bardini e anche qui è d’obbligo scriverne il soprannome, Tiglione) : Questo triste, lugubre corteo era così reale e gli attori così immedesimati nella parte che quando giunse in via Nazionale, un’anziana signora che con tanta altra gente si godeva la sfilata, forse un po’ scioccata dall’apparire di questo corteo, vedendo tutte quelle donne in lacrime e grida, e la bara,si fece il segno di croce!!!!!!!!

In questa sfilata, vi era anche la banda di Borgotaro con una dozzina di elementi,( quasi tutti abitanti del quartiere) che riprendeva la sua attività, dopo un periodo di assenza. Da allora, la banda cittadina partecipò quasi sempre alle sfilate del gruppo.

Un altro carro di quegli anni, originale non poco, fu quello del dott. Barnard, impersonato da Savino, ed il trapianto di cuore! .Ogni Carnevale IL Gruppo Folkloristico presentava carri molte volte degni di Viareggio. Un ingrediente importante era sempre quella pungente ma garbata ironia che impegnava il pubblico alla ricerca del soggetto…colpito, che poteva essere un personaggio locale od un avvenimento nazionale. Senza offendere palesemente alcuno, molte volte il carro del gruppo sembrava opera di qualche antesignano Gabibbo! Per sviluppare meglio l’idea che il carro di volta in volta rappresentava, quando il corteo dei carri arrivava in paese, davanti al Teatro Farnese, i vari personaggi rappresentati, recitavano gustose scenette piene di sano umorismo e spiegavano al numeroso pubblico presente i risvolti della faccenda! Mi piace ricordare a questo punto, uno dei più bei carri del Gruppo Folkloristico risalente ad un epoca abbastanza recente, la famosa, stupenda PRANDINA, la caravella che Cristoforo Colombo non potè avere perché ai sui tempi non c’era ancora quel tal Ministro, e che il gruppo, con i suoi mezzi, la sua arguzia ed intelligenza, costruì per agevolare l’attraversamento del Taro e raggiungere i liguri lidi!

Ed una volto vennero presi di mira i Vespasiani comunali , e gli interpreti della scenetta , grandiosi ed inimitabili, furono Osvaldo e Vittorio.

E poi I LADRI DI POLLI, e, ancora QUELLI CHE TAGLIAVANO LE GOMME.

E che dire dell’anno della consegna del TAPIRO D’ORO e quell’atterraggio “forzato” del DC 10 “ ?

Tornando alle sfilate del Gruppo Folkloristico, è importante ricordare che non erano solo i carri che impreziosivano il Carnevale, ma anche i loro personaggi, le loro macchiette, e il merito era dei ragazzi che le rappresentavano e che erano indispensabili per la riuscita delle sfilate: chi non ricorda Mino impersonare uno splendido Pinocchio dorato, agile, garbato, elegante nelle fauci della “balena bianca”? E che dire del nostro indimenticabile CARLO, nei panni (si fa per dire) di un coraggioso Polifemo, sfilare a torso nudo nel gelido pomeriggio di febbraio, oppure vestire gli abiti di Nerone con la Paola, schiava fedele, che con un lungo,piumoso flabello lo rinfrescava (anche se la temperatura era solitamente sotto zero o quasi).

E , siccome in ogni epoca ed in ogni paese ci sono bambini e ragazzi che amano marinare la scuola o fare i capricci , ecco in abiti da bambini di prima elementare, con le cartelline, il grembiulino e il fioccone al collo, Carlo e la Fabrizia, impersonando Pierino e compagni, aprono una delle tante sfilate . Fra gli interpreti più famosi dei Carnevali del gruppo, e chissà quanti ne dimentichiamo di citare, ma che sono sempre nella memoria del cuore, Fausto, Pinetto, Fabio caro indimenticato Ennio che, pur non vestendo costumi, stava sempre all’interno dei mascheroni di cartapesta, muovendo leve e altri meccanismi, per dar loro la vita . Ricordiamo il “sindaco “ Evano, su un carro in cui era rappresentato addirittura il palazzo comunale, fedelmente ricostruito.

Impegnativo fu anche il carro che ricordava la chiusura delle fabbriche a Borgotaro, con la torre e il corvo, prendendo di mira un politico locale di quegli anni. Nei carnevali del Gruppo ci fu anche una scenetta un po’ forte, quando Komeini, impersonato da Fausto, per poco non tagliò veramente la mano alla sua vittima (Valerio), fortunatamente si accontentò di un dito, ma il sangue ci fu davvero! Tornando al bello, parliamo un po’ del carro del Pavone: Primo carro creato con movimento, infatti il grande pittoresco pavone muoveva la testa e portava sulla schiena una cinquantina di maschere , stupendi Pierrot: Il meccanismo era azionato da Giorgio Corea. Le sfilate del gruppo, erano annunciate spesso da maschere elegantissime, il Pavone, i domini veneziani, e una per tutte la coppia di uno splendido principe con dama, interpretati da due piuttosto noti personaggi del paese, a voi scoprirne l’identità .

Sempre a proposito della satira politica, citiamo il carro della “Torre di Pisa”, dove i socialisti reggevano una traballante giunta comunale democristiana: Era un carro con una enorme struttura in legno, piuttosto impegnativo in tutti i sensi!

Tornando alla satira politica nazionale, citiamo il carro di Cossiga il Picconatore, dove c’erano enormi mascheroni di personaggi politici di quei tempi , che furono acquistati al Carnevale di Viareggio ,dove Mauro ed alcuni altri membri del gruppo, impararono ad usare la cartapesta.

A proposito di abiti è doveroso un pensiero affettuoso all’Anna Maria che ne ha cuciti tanti senza alcun compenso e con tanta passione e capacità , come quella che metteva nel confezionare i suoi Amor, ma questa è un’altra storia. Altre signore che cucirono con pazienza, capacità e gusto i costumi per il Carnevale del gruppo, sempre per fare qualche nome, Marietta, Angiolina, Anna……..

Il gruppo Folkloristico che si autofinanziava, per continuare a creare i Carnevali, avendo bisogno di fondo, pensò di creare la sera della festa del Patrono San Rocco, 16 agosto, approfittando della presenza in paese di tanti amici emigranti, un piccolo intrattenimento “gastronomico” a base di torte nostrane riso e erbe e pensate che nei primi anni, furono pulite circa ql. 2,50 di erbette e confezionati 80/90 kg. di torte! Da queste semplici merende nasce l’idea, in seguito, di quei tre giorni gastronomici organizzati a metà agosto, che sono un autentico capolavoro, grazie all’insuperabile bravura delle cuoche del gruppo. Ma questa è un’altra storia ancora!

Tornando ai carri ed alle scenette, non possiamo non ricordare la Coppa dei Bar, vinta dal Bar di Brunetto

Cucchi:grandioso avvenimento in cui finalmente , per una volta almeno, San Rocco, nel suo piccolo, aveva avuto la meglio sul grande Centro storico!

Sempre a proposito del Carnevale del Gruppo Folkloristico San Rocco si sarà ancora molto da scrivere: E’ una promessa! Devo aggiungere , a proposito del Carnevale in generale che sin dagli inizi, il problema più grosso per il Gruppo, è sempre stato quello di trovare i locali per costruire i loro carri allegorici e sono sempre dovuti ricorrere alla generosità di privati che di volta in volta hanno messo a loro disposizione, garage, magazzini , capannoni artigianali e altro. Ad onor del vero e, per dare a Cesare quel che è di Cesare, bisogna aggiungere che effettivamente un Sindaco di quei tempi, si prestò molte volte per trovare al gruppo il posto per fare i carri. A proposito di materiali utili, i colori venivano offerti dalla ditta Brunazzi e Spagnoli e fra i pittori che li usavano, primo fra tutti per capacità , competenza il prof. Stroppa, pittore famoso, Gianni e Peppino che per alcune volte aveva messo a disposizione il suo capannone Ovviamente il problema non era solo quello del posto: Siccome Carnevale cade sempre in mesi freddi, bisognava anche riscaldarli questi luoghi dove si lavorava ed era grazie ai fratelli Cacchioli che per molti anni offrirono il combustibile.Un altro problema, specialmente dei primi Carnevali, era trovare il materiale, legno, ferro ecc: così, tante sere, invece di sostare davanti al bar di Mario , la “1100” di Mauro, girovagava per i cantieri edili e si riempiva di moraletti, chiodi, bacchette di ferro e altre cose utili allo scopo. A questo punto ricordiamo volentieri la generosità del geom. Boraschi! Una volta trovato il materiale, poi entravano in azione i falegnami, il bravo Enzo , Luigi, e altri e Cesare con altri muratori per la parte che competeva loro.Quando il gruppo incominciò, per la lavorazione dei carri, ad usare il ferro, i saldatori erano Doriano, e i fratelli Cacchioli

Come ho già scritto prima, la storia del Carnevale del gruppo è ancora lunga e piano piano, con l’aiuto di Mauro e altri amici, riusciremo senz’altro a completarla.

Immagini.