DSC_2217
LA CASTAGNA E LA VALTARO
Lucia Tagliavini
I castagni…..la strada che da anni percorro per raggiungere Borgotaro è piena di boschi di castagno e qua e là ai suoi lati si incontrano alcune casette in pietra dove, tra fine ottobre e metà novembre si compiva un rito ormai antico:quello dell’essicazione della castagna…sono tutte sole solette a parlare di tempi passati, di boschi abitati,di fiabe, di fate, di gnomi,di luoghi incantati teatro di racconti fantastici,di vecchi leggende, di antiche tradizioni…..
Devo dire che mi portano spesso a pensare e un po a fantasticare su un tempo che non è più. Non vi dico quanto ho farneticato su quelle casette,ogni volta che mi si presentavano davanti andando al mio paese:non capivo…pur sapendo che non erano le casette dei nani di Biancaneve o delle fate della Bella addormentata…ma erano gli essicatoi delle castagne…. Semplicemente ero satura di curiosità: non mi spiegavo come funzionasse l’essicagione di questo frutto che, fu per molti anni, oggetto di grande rispetto per le sue proprietà nutritive….E così ogni volta che attraversavo il Passo del Brattello,mi dicevo:”le avran fatte seccare sul tetto”…e per quanto la cosa mi sembrasse un po’ inverosimile,era l’unica ipotesi che mi venisse alla mente Quest’anno,dopo anni che la curiosità assillava la mia mente,una persona un po’mago, un po’ amico,un po’ mito,mi è venuto in aiuto con il suo servizio fotografico.E’ così che ho capito molte cose…anche se vorrei saperne di più…non avendo mai approfondito l’argomento ed avendo purtroppo solo trovato le castagne sul mio piatto pronte per essere mangiate….magari comprate dalla…Felicina o…da chi a lei si è succeduto al Baracchino di S.Rocco…..Devo dire che il servizio fotografico è stato molto interessante…Ambientato in un castagneto di Tiedoli ,un piccolo paese vicino a Borgotaro,dove ancora si consuma il rito antico della battitura delle castagne,ha dato sfogo ai miei innumerevoli interrogativi,che hanno preso forma nella realtà:finalmente la struttura di un essicatoio mi è chiara.Nelle casella di Tiedoli, il fuoco deriva da una stufetta in ghisa posizionata a piano terra che fa arrivare il suo calore su di un piano superiore della casetta .Su di una soffittatura a grata posta a qualche metro da terra, vengono ammucchiate le castagne per essere essiccate dopo d i che entra in gioco, una macchina con la quale vengono battute e ripulite della buccia,infine insaccate, sono pronte per essere trattate:è così che arrivano sulle nostre tavole: come piccole confezioni di castagne secche che da noi a Massa chiamano”secchine”in temine dialettale. Vengono consumate cotte nel latte, oppure….squisita farina da cui ricavare buonissime frittelle,castagnaccio e altro. La sera di S.Lucia in uno dei nostri quartieri si fa una festa dove la castagna è protagonista ,ma è anche usanza, dopo il pasto della sera, quando si presumeche, tutta la famiglia sia unita tra le mura domestiche,fare i tanto noti “padeletti”o frittelle di farina di castagne che tanto piacciono a grandi e piccini.Ed è per questa tradizione da noi tanto radicata che amici e conoscenti si ricordano di me e il telefono quel giorno,non smette mai di suonare.Vorrei segnalare il racconto di un amico che ci dice come ai suoi tempi era l’essicagione della castagna:”Imiei ricordi della essicatura delle castagne sono un poco diverse.Le castagne venivano poste sul graticolo di legno posto a circa 2.50 metri dal suolo.Il pavimento veniva ricoperto di uno spesso strato di foglie di castagno e dato fuoco.La lenta combustione delle foglie,continuamente riboccate,faceva sì che il calore sprigionato essiccava le castagne,che venivano successivamente mondate dalla buccia.Le caselle diventavano fumaioli per alcuni giorni e si vedevano dal paese.E’ possibile che ci fossero altre metodologie per l’essicazione,ma dalle parti nostre erano solo quelle sopra descritte.”Il valore nutritivo della castagna è ben noto e non andiamo tanto a ritroso nel tempo se diciamo che poco più di un secolo fa,serviva da sostentamento a numerose famiglie.Vorrei citare alcuni versi di una poesia che mi ha fatto molto pensare…S’intitola “Tornain Valtaro”e tra le tante cose la nostra poetessa di Tarodine,cita il castagno.La poesia è ambientata appunto in Valtaro tra settembre e ottobre…eccone alcuni versi…..”Torna in Valtaro dove hai lasciato il cuore…..vieni a scoprire il tesoro del bosco castagni d’oro,salici d’argento…………Ti condurrò a Valdena dov’è smeraldo il verde ed i castagni oro….e qui vorrei interpretare il pensiero dell’autrice pensando che quell’oro, non fosse solo per il colore delle foglie autunnali,ma anche e sopratttutto volesse sottolineare come il castagno fosse parte importante della vita del nostro paese,in particolare dell’economia dei primi anni del secolo scorso,quando tra le numerose industrie e i laboratori arigianali che si stavano formando a S.Rocco intorno alla stazione ferrroviaria fece il suo ingresso anche la FNET,dove dalla pianta del castagno, veniva estratto acido tannico. Fu cosi che il castagno fece prepotentemente il suo ingresso nell’economia valtarese offrendo lavoro a molti che in questo modo ebbero la fortuna di rimanere nel proprio paese durante i primi anni del secolo che ci siamo lasciati alle spalla.Oggi il castagno è oggetto di attenzione di tanti che lo fanno sentire importante organizzando feste rionali in diversi paesi della nostra bella Valtaro visitata da molti turisti che godono della sua frescura e dei suoi prodotti gastronomici.

DSC_2215

DSC_2207

DSC_2156

DSC_2137

DSC_2117

DSC_2094

DSC_2093