San Rocco
La chiesa di San Rocco La chiesa si trova sulla sponda destra del Taro, nel quartiere detto di San Rocco. Quella originaria venne edificata nei primissimi anni del ‘500, con l0annesso Convento degli Agostiniani Eremitani che vi rimasero fino al 1805, anno della soppressione da parte di Napoleone. Durante l’epidemia di colera verificatasi negli anni 1855-56, i locali funzionarono da “Lazzaretto”.

In seguito venne anche adibita ad alloggi dei prigionieri austriaci, quindi a deposito di legna e carbone. Nel 1927, dopo alcuni lavori di ripristino, la chiesa viene riaperta al culto. L’interno ha subito, anche di recente, pesanti restauri, tuttavia si presenta imponente, solenne, con alcune particolarità. Nella prima cappella a sinistra, altare dedicato alla Madonna, eretto nel 1931. Nella seconda, sempre di sinistra, una “crocifissione”, copia da Guido Reni, probabilmente opera del compianese Massimo Pettenati, attivo nella seconda metè dell’800.
Nella prima cappella a destra, altare dedicato a Sant’Antonio da Padova, del quale possiamo osservare la statua, insieme a quella di Santa Teresa e Santa Rita, tutte di scarsa qualità.
Nella seconda, altare del Sacro Cuore. Sulla destra, bella acquasantiera secentesca, in marmo, ricavata dal fonte battesimale smantellato che apparteneva un tempo alla chiesa di Brunelli.
L’abside, assai addossato all’altare, ha forma tonda e nella nicchia bella statua di San Rocco, in legno intagliato e dipinto. A confronto con le altre immagini del santo presenti in valle, questa appare particolarmente curata e di buona qualità. Il santo, al quale la comunitè nel 1630 volle edificare un apposito altare, è affiancato dal cane che reca in bocca il famoso “pane”. Indossa il tradizionale abito da pellegrino, con la sinistra regge il bordone, mentre con la destra alza un lembo del vestito quasi a voler mostrare la ferita.
Sui pilastri della controparete che separa la navata dalle cappelle si possono ammirare le 14 stazioni della Via Crucis (copie), opera del napoletano Gaspare Traversi 8 1722-1770). Gli originali possono essere visionati nella pinacoteca su richiesta.