Usufruendo del sito Internet , creato e sapientemente curato dall’ infaticabile Valerio, cercherò di ricordare e soprattutto di riuscire a raccontare in modo non troppo retorico, ciò che ha rappresentato per me, un bambino nato, e cresciuto fino a 12 anni nel quartiere San Rocco,la FNET ovvero la "fabbrica del tannino" di BorgoTaro.
Sicuramente ha accompagnato in modo positivo la mia infanzia, e il mondo creatosi attorno a questa entità produttiva ha contribuito significativamente alla mia crescita e alla mia formazione.
Come inizio,cercherò di fornire qualche dettaglio "tecnico" riguardante l’ attività della fabbrica .
L’ inizio della produzione dovrebbe risalire agli anni venti ( 1925 ), e la fine (purtroppo) nel 1967 con la chiusura definitiva dello stabilimento.
L’ attività produttiva riguardava l’ estrazione dal legno di castagno di una sostanza, il tannino, che veniva poi utilizzato in prevalenza per la conciatura delle pelli e del cuoio in particolare.
La lavorazione avveniva mediante la sbriciolatura della corteccia e la successiva estrazione dell’ acido che usciva da questa operazione. Le destinazioni di questo prodotto finito erano le varie concerie dislocate in Piemonte e Toscana .
La fabbrica era situata vicino alla stazione ferroviaria, davanti a "Cucchi".
Come una beffa, oggi nell’ area dove si trovavano i capannoni della fabbrica , che dava lavoro a molte persone, e’ stato creato un parcheggio che viene utilizzato dalle diverse centinaia di pendolari che ogni mattina prendono il treno per andare a lavorare fuori paese.
Iniziando a scavare nella mia memoria , ripensando al periodo in cui mio padre lavorava in fabbrica,le prime cose che rivedo sono il portone di entrata dello stabilimento, imacchinari, l’ ambiente buio e rumoroso che mi si presentava ogni volta che portavo da mangiare a mio babbo durante i turni, la paura che mi assaliva in quei momenti , e la conseguente voglia di uscire al più presto di la.
Nel cortile, oltre ai tronchi pronti per essere lavorati, c’ erano montagne di "trucioli" ( scarti delle lavorazioni ) sulle quali noi bambini giocavamo, cercando di non essere visti dal personale della fabbrica che riteneva, pericoloso , il nostro divertimento. Effettivamente non avevano torto.
Ricordo con molto piacere i regali che ogni Natale ricevevo come tutti figli dei dipendente FNET,giocattoli fino a nove anni, e un orologio al compimento del decimo anno di età.
Non erano molti in quell’ epoca i giocattoli che i genitori ci potevano comprare, e pertanto per noiil "pacco natalizio" risultava essere un momento straordinario.
Poco edificanti sono invece i ricordi che mi riportano ai duri momenti che precedettero la
chiusura della fabbrica . La tensione che accompagnava ogni ritorno a casa di mio papà, la sua paura per la perdita del lavoro, ormai purtroppo sempre più vicina, e le prevedibili conseguenzenegative per tutta la famiglia di tutto questo.
Sicuramente durante i 40 anni di "vita" della Fnet molti furono i problemi che accompagnarono l’ attività dell’ azienda. Lunghi scioperi ( famosi i 28 giorni di lotta per aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro che alla fine non portarono nessun vantaggio agli operai), metodi di lavoro definiti "non troppo corretti", sospetti di attività non troppo chiare all’ interno della fabbrica ecc. ecc….
Non so dire quali furono esattamente le cause che accelerarono la chiusura, forse un pò tutto quello sopra citato, unito sicuramente a qualche progetto aziendale più remunerativo e come accade spesso in questi casi, nessun aiuto agli operai per tutelare i propri interessi. Furono lasciati in balia della volontà ,degli umori e soprattutto dell’ avidità di profitto dei padroni .Nessuno cercò concretamente di aiutarli per poter continuare l’ attività dell’ azienda.
Dopo la chiusura definitiva degli impianti, fu prospettata la possibilità di trasferimento per una parte dei dipendenti, presso altri stabilimenti della società , dislocati inPiemonte ( Mondovi’ ) e in Toscana.
Alcuni accettarono questa destinazione, e per noi bambini fu doloroso il distacco dai nostri amiciche lasciavano il paese per trasferirsi altrove con le loro famiglie, ( Franchino , GianFranco … )
Successivamente, poco per volta, furono molti a dover lasciare il quartiere, avendo trovato lavoro altrove, modificando sensibilmente il tessuto sociale .
Nonostante tutto possiamo sostenere che , per la popolazione , e soprattutto per lo sviluppo
dell’ intero quartiere di S. Rocco la fabbrica del tannino e’ risultata di fondamentale importanza,sia dal punto di vista economico, con la creazione di attività correlate alla produzione industriale,sia dal punto di vista sociale con la costituzione di una forte "base" operaia sempre più consapevole della propria importanza nella società che iniziava a crearsi con fatica nel dopoguerra.
Unendo i lavoratori della FNET a quelli della fabbrica del cemento, a quelli della linea ferroviaria e ai ferrovieri che venivano a stabilirsi nelle vicinanze della stazione, si poteva veramente definire San Rocco un quartiere "popolare" sotto tutti gli aspetti.
I vantaggi di questa situazione erano facilmente rimarcabili, nella solidarietà, nell’ amicizia , nella voglia di vivere aiutandosi l’ un l’ altro che si stava creando tra gli abitanti .
Posso confermare personalmente, che nella casa in cui vivevo, abitata in prevalenza da famiglie di operai, la porta del vicino era sempre aperta. Per un bambino sono esperienze che restano impresse, che rafforzano e che sicuramente aiutano ad affrontare meglio la vita ( grazie Adele, Bruna, Nella …)e grazie a tante altre persone che hanno contribuito a rendere serena la mia crescita )
Per chi come me che poi ha avuto la fortuna di avere come vicino un personaggio carismatico,
che ha sempre creduto nel "socialismo vero", che ha lottato per il posto di lavoro, che ha vissuto rafforzato da forti ideali di giustizia e uguaglianza, l’ insegnamento era completo.( grazie Otello )
Tutto questo "movimento" si e’ sempre riscontrato in concreto anche nelle varie "prove" elettorali .
In questo quartiere la sinistra, con i valori ed i significati che allora portava con se, risultava sempre vincente , nonostante nel nostro paese fosse la Democrazia Cristiana a detenere il potere.
Ricordo anche proprio una "certa" distinzione tra gli abitanti del centro, e i"Sanrocchini".
La chiusura successiva delle fabbriche, il cambio generazionale, la mancanza di valori della società cosiddetta moderna, hanno purtroppo, come ovunque, modificato sensibilmente il tessuto sociale anche nel quartiere di San Rocco. Inutile dilungarsi su questo argomento così tanto dibattuto.
Ultimo e definitivo atto relativo alla "nostra" fabbrica del tannino, e’ stato la demolizione della ciminiera della Fnet negli anni 80, con questo crollo, con tutta la sua simbologia in macerie, permolti finiva veramente un’ epoca.
Negli ultimi decenni, ho trovato notevoli cambiamenti nei rapporti con la gente , nonostante sianorestati vive alcune manifestazioni popolari, come la festa di quartiere , il carnevale ed altre attività, che sicuramente contribuiscono in parte all’ aggregazione e allasolidarietà non "ho più respirato la stessa aria" che ha sempre accompagnato i miei ricordi d’ infanzia.
Spero sia solo la sensazione di un "ragazzo della mia eta’ "nostalgico dei bei tempi passati ,vissuti "romanticamente" in un quartiere popolare che ricorderò sempre con tanta nostalgia. 
Luigi Piscina