LE SALE DA BALLO.

“Il dopolavoro” e “Il Bar Savoia” qui negli anni quaranta e cinquanta si ballava.

IL DOPOLAVORO

Era uno dei luoghi dove si ballava nel quartiere San Rocco. Negli anni ‘ quaranta’ era situato nel palazzo Necchi in piazzale Marconi, Al piano terra di questo edificio, vi era un largo corridoio dove si ballava al la domenica pomeriggio ed alla sera, al suono di un grammofono e a volte al suono di fisarmoniche: Fra i suonatori citiamo il signor Cavalli, ferroviere, marito della signora Albertina. Il locale era gestito dai fratelli Tamburini: L’Ingresso era libero per le donne che però erano obbligate a ballare con chiunque glielo chiedesse, pena l’esclusione dalla sala!

. I ballerini si sedevano ai lati della stanza, aspettando di ballare. Le ragazze, specialmente le più giovani avevano molte difficoltà a partecipare alle feste da ballo, per i divieti di molti dei genitori. Vi erano però le eccezioni : alcune mamme pur di partecipare anche loro alle feste, accompagnavano molto volentieri le figlie.

Le signorine avevano calze di seta mentre le più giovani, portavano le calze corte di cotone con i sandali con il tacco ortopedico, secondo la moda di allora.

Nei tempi di Carnevale, sicuramente ci saranno stati anche balli in maschera. Verso la fine degli stessi anni quaranta, fu chiuso perché unito a quello sorto in viale Bottego nel centro storico.

IL BAR SAVOIA

Nel quartiere, un altro luogo dove si ballava, era il bar gelateria Savoia, situato in viale libertà , davanti a via Ungheria. Fu aperto negli anni ‘cinquanta’ dalla famiglia Spagnoli, la stessa famiglia di cui aveva fatto parte il simpatico vetturino che negli ormai lontani anni venti, dal piazzale Marconi, conduceva a scuola i figli dei funzionari della ferrovia, con il suo landò, incoraggiando i suoi cavalli al grido di ‘ avanti Savoia’, da qui il famoso soprannome.

Nonostante fosse trascorsa una decina d’anni, non era sempre facile per le ragazze andare a ballare sole, e poi, c’era ancora quel moralismo pesante nell’aria che colpiva i costumi e gli usi del tempo libero. Cosicchè le ragazze che andavano a ballare da Savoia dovevano poi fare i conti con il parroco, quando si andavano a confessare. Mi si perdoni se cito un aneddoto da attribuire al caro indimenticabile primo parroco della chiesa di San Rocco: Era un parroco piuttosto severo e soleva esclamare, a proposito del ballo e del locale, -se una volta il nome Savoia era un grido di gloria oggi è un grido di regresso! E chi frequentava quel locale ben difficilmente aveva dal parroco, l’assoluzione!

Come curiosità dei costumi di quel tempo, possiamo dire che in quegli anni, intere famiglie si riunivano nel salone del bar, per assistere ad alcuni spettacoli televisivi, ad es. Lascia o raddoppia., perché ben poche famiglie avevano in casa a quel tempo, un televisore.