Un Racconto  di  Lucia Tagliavini 

Lucia Tagliavini Primavera Dal cassetto dei ricordi esce un raggio di luce e come d’incanto scioglie l’ultima neve …… Un tepore primaverile ricopriva il cortile e tra gli spazi verdi apparivano i primi timidi fiori tra la gioia dei bambini che lo frequentavano.Qua e là, nei punti più soleggiati, spuntavano gli occhi della Madonna,minuscoli fiori azzurri che noi bambini ci divertivamo a raccogliere, in attesa che primule e viole mammole facessero il loro ingresso nelle bordure del grande giardino. Eh si, perchè quello era il segnale che la primavera era finalmente arrrivata!!!! Ed ecco, in cortile le voci gioiose dei bimbi che uscivano dalle proprie case e si riversavano in tanti a godere il sole di quel luogo tranquillo dove i soli pericoli che vi si potevano trovare erano quelli di qualche carrettiere con il suo cavallo o di qualche raro camion che da Tagliavini arrivavano per il carico o lo scarico delle merci.C ‘era infatti chi provvedeva ai rifornimenti della ditta e chi invece si preoccupava di riconsegnare il prodotto finito.Non era facile trovare tra gli spazi verdi di quel cortile primule e viole: forse il terreno così arido e soleggiato e…..soprattutto calpestato, non ne permetteva la crescita e per cui le viole sfoggiavano la loro bellezza, solo nelle aiuole….. Spesso però uscivamo dal grande cancello. E così io, Liliana,la Carletta, la Gloria, Carletto,Carlino……. facevamo lunghissime passeggiate verso la Pieve e, lungo la strada, immense distese di viole e primule erano lì per la gioia di noi tutti.Si faceva a gara a chi ne raccogliesse di pìù e ,la mattina dopo, con degli enormi mazzi che a stento riuscivamo a tenere in mano, uscivamo per andare a scuola e facevamo partecipe la maestra di questa nostra grande gioia primaverile….mi pare normale ,dopo tutta quella neve di quegli inverni lunghi lunghi che non finivano mai. Per me poi la viola era uno dei fiori che preferivo e chi abitava in cortile lo sapeva bene….ed ecco che, un giorno, era domenica, Ugo, un operaio della ditta di mio padre,mi disse che mi avrebbe portato a raccogliere le viole in un luogo che sapeva lui..rimasi sorpresa quando vidi che mi portava in stazione…..,e qui nulla di male… dal piazzale della stazione esisteva una scaletta da cui si scendeva e ci si immetteva nella strada che conduceva alla Pieve.LI per lì, io che non ero abituata a fare domande, ho pensato che mi portasse nei luoghi che frequentavo con i miei amici e invece …fu tanta la mia meraviglia quando mi accorsiche stavamo entrando in stazione!!!! Stranamente mi accompagnò poi verso il ponte di ferro, così chiamavamo il ponte della ferrovia. Non credevo ai miei occhi:passo dopo passo abbiamo percorso tutto il ponte e, attraversandolo, sinceramente ero in preda al panico più totale:e se nel frattempo fosse passato un treno????? Ne era valsa comunque la pena perchè mi attendeva uno spettacolo indescrivibile.Al di là del ponte, il giallo e l’azzurro di primule e viole si fondevano in un unico colore con sfumature fantastiche tanto da sembrare immersi in un quadro dei macchiaioli o ancor meglio di qualche famoso pittore impressionista :ciò che mi si presentava alla vista era bellissimo!!!! Avessi avuto la macchina fotografica!!!