RICORDI DI SAN ROCCO.

AntoniettaLettera scritta da Antonietta Tagliavini (nata a Borgotaro il17 febbraio 1898) alla pronipote Titti.

Navacchio, 14-2-1977

Carissima Titti,

ti avevo promesso di descriverti la zona che da San Rocco arriva alla stazione ferroviaria, com’era circa settant’anni fa.
Dunque, partendo da San Rocco dove ora è la Chiesa, che però in quegli anni era abbandonata e niente di meno adibita a stalla, che poi per merito anche del tuo nonno Aldo, fu riaperta al culto con l’aiuto di molti abitanti del posto.
Dunque, partendo dal ponte, a destra funzionava un mulino che serviva tutto il paese e dintorni, di fianco funzionava il forno e anche quello serviva tutti gli abitanti di san Rocco ed il fabbricato vicino al forno era abitato da diverse famiglie, anche quella di un nostro operaio che io andavo spesso a trovare. Alla sinistra era come è ora sino al ponticello del canale che va al Taro: Di fianco al canale fecero una fabbrica di utensili smaltati che però fallì subito e venne abbandonata.
Sempre alla sinistra, andando verso la stazione, non esisteva altro che la casa del mezzadro, cioè dell’Angiolina e anche la nostra vecchia casa non era ancora stata costruita. Ritornando alla destra , all’altezza del canale, era la casa o meglio la palazzina vicino alla casa che ora chiamano Il Norge, e più avanti, dove vendono il vino, c’era un casone di legno dove sotto tenevano i muli i mulattieri e sopra si andava con una scaletta esterna di legno, così bellina che mi è rimasta impressa. Dove si va ora dalle Suore Gianelline vi era un’altra casetta in muratura . Più avanti,dove ora c’è il negozio di alimentari ed il distributore di benzina, una casa e sulla facciata era scritto “ Noi siamo senza Dio” perché doveva essere in realtà, “ Non siamo nulla senza Dio” e avevano cancellato le due parole e si poteva leggere come ti ho scritto. Più avanti, sempre a destra c’era quella casetta che è nell’angolo della curva e vi abitava un operaio del mio povero babbo che ci voleva tanto bene e ogni domenica andavamo a passare il pomeriggio in un bellissimo prato che da questa casetta arrivava fino al ponte di Tarodine e dal ponte si andava alla stazione ferroviaria. A sinistra vi erano ancora casette di legno che erano servite agli operai che hanno costruito la galleria del Borgallo: In una di quelle casette i vecchi Cucchi gestivano una piccola botteguccia che per andarci si passava sopra un ponticello di legno , molto caratteristico. Dopo la strada che viene da Ostia, a sinistra era coltivato ad orticelli e a destra ancora magazzini di carbone e la casa dei ferrovieri e anche il buffè della stazione. Spero di averti accontentato e che tu abbia abbastanza notizie per la tua ricerca scolastica. Ti auguro una pronta guarigione e un buon Carnevale con il tuo bel vestito da fatina!
La tua vecchia zia Antonietta.