RICORDI D’INFANZIA

Da Mirka Gavaini di Termoli scritto a Patrizia amica d’infanzia.    
Mirka manca dal Tarodine dal 1954.
Dimenticare il Tarodine che mi ha visto sguazzare per anni nelle sue acque? E la fontana del muraglione che la sera accoglieva noi giovincelli? Lì accanto c’era la fabbrica del "tannino",, poi la stazione e subito dietro si alzavano le ciminiere del cementificio che appestavano l’aria, ma svettavano amiche e ci erano complici silenziose quando noi ragazzi andavamo a "rubare" i mirtilli e i lamponi dai cestini di Tamburini che dovevano essere caricati sui vagoni merci!
Ricordi della mia infanzia ne ho parecchi , personali e legati ai miei coetanei. Premetto che i ragazzi di San Rocco erano  molto uniti, merito penso delle suore Gianelline e di Don Ugo, tuttavia il gruppo della Stazione (al di qua del Tarodine) formava una compagnia quotidianam dedita ai più svariati  giochi ed attività, ne facevano parte : io , Diana PInazzi, Lina, Rosetta, Maria Pisi,Maria Grazia Foglia, i tre fratelli Bertoncini (Marietto , Peppo, Toninello), Carlo detto Tancredi, mio fratello , ecc. 
Tutta la zona Tarodine, muraglione, piazzale della Stazione, via Pieve, la strada erano suo territorio………. nascondino, ruba bandiera, salto alla corda, chiapparello, palla prigioniera, erano i giochi preferiti, oltre a lunghe passeggiate in bici verso Pontolo (ricordo che in discesa mettevo i piedi sul manubrio, ero proprio un maschiaccio!!).
Il Tarodine in estate accoglieva maschi e femmine, adolescenti; ci si divertiva bagnandoci, saltando da una pietra all’altra (i piedi si abituavano presto alle asperità) catturando girini che seguivamo nella loro trasformazione in rane e rospi. I ragazzi si dedicavano a una strana pesca: battevano con forza , usando grossi martelli o pesi, sulle pietre immerse, per prendere i pesci. Infatti questi uscivano mezzi tramortiti a pancia in su, morivano inutilmente perchè non finivano neppure in padella !!!
Dal nuro che costeggiava il Tarodine, e portava alla Cateratta, lanciavamo grossi sassi sui poveri rospi che si crogiolavano al sole ( i ragazzi a volte sanno essere crudeli!) 
A proposito di Cateratta, ricordo le cordate di lenzuola stese ad asciugare, della famiglia Pollicelli, che faceva due bucati all’anno, usando come avveniva allora il vecchio sistema dei panni nel mastello, con acqua bollente e cenere filtrata. I panni venivano sciacquati  ed asciugati appunto nel prato antistante la cateratta e rammento che il loro sventolio mi affascinava!
I miei ricordi più cari sono legati al mese di maggio che apriva le porte di casa dopo il letargo forzato dell’inverno, anche se in questa stagione andavo spesso in "filosso" di sera per giocare a carte. Da bambini, in questo mese, si andava alla cappelletta antistante la galleria in via Pievem si recitava il rosario e si tornava a casa. 
Negli anni successivi andavo a San Rocco ed era veramente una festa : i maschi erano alla destra dell’altare, le femmine a sinistra. Si seguiva Don Ugo nella celebrazione del mese di maggio, ma il chiacchierio e le occhiatine da parte dei maschietti erano continui e sono nati allora i primi batticuore e simpatie dell’adolescenza. Poi si usciva tutti insieme dalla chiesa e si faceva tappa alla fontana per una chiaccherata in amicizia e spesso si alzava una cantatina della canzoni di Sanremo, ultima edizione.