5° Ricordo di un Quartiere

Ricordo di un quartiere è un racconto a puntate di una storia di fantasia, ma con riferimenti di zone esistenti
Scritto da Valerio Agitati con la correzione di Teresa Fortunati

5° parte

Passando il ponte giunsero a Porta Portello, qui i ricordi di un tempo, dove aveva conosciuto Ada sua moglie, figlia di contadini di Valdena, che accompagnava la mamma a vendere i funghi secchi al lunedì, in autunno, e così tra un mercato e l’altro si erano innamorati, per poi sposarsi, prima di emigrare negli Stati Uniti.
Mattia guardava curioso la busta con il suo contenuto misterioso, si rivolse al nonno per ottenere spiegazioni, Giuseppe si era accorto che la guardava da tanto tempo incuriosito, e così gli disse che era per il signor Sindaco.
Nella via Principale notò che tante botteghe erano cambiate, ora erano molto più belle le vetrine, continuando passarono vicino al Comune e salirono le scale, nell’atrio si avvicinò una segretaria che appreso che voleva parlare con il Sindaco lo accompagnò nel suo studio.
Il Sindaco molto gentile li fece accomodare e si presentarono, chiese di cosa avessero bisogno, Giuseppe raccontò la sua storia, Mattia guardava la busta e non riusciva a capire il contenuto, giunsero quasi alla fine della chiacchierata e in quel momento Giuseppe porse la busta a sindaco e lo pregò di aprirla e la busta rivelò il suo contenuto, un assegno molto cospicuo, il sindaco e il nipote rimasero colpiti dal gesto generoso.
Giuseppe spiegò che negli Sati Uniti con il duro lavoro aveva accumulato una discreta fortuna, con una promessa fatta nel momento di partire, se avesse potuto avrebbe fatto una donazione al suo Paese. Mattia non riusciva a trattenere le lacrime dall’emozione per quel gesto così inaspettato , Giuseppe si raccomandò al sindaco di modo che la donazione rimanesse anonima e servisse ad aiutare chi nel Borgo ne avesse avuto bisogno. Col cuore caldo per quel gesto nobile si salutarono e nonno e nipote ripresero il cammino.
Sulla strada del ritorno in Via Nazionale una sosta da Steckli per riassaggiare i famosi Amor, che non aveva mai più mangiato dal momento della sua partenza ( e pochissimi ne aveva mangiato anche allora), ne mangiò due in un colpo e poi ne prese un pacchettino da portare a Maria.
Nel frattempo era giunto il mezzogiorno, chiese a Mattia se aveva fame, la risposta fu affermativa, il nonno che non aveva scordato le vie del Borgo si diresse sicuro verso il palazzo Imbriani, sperando di ritrovare la famosa osteria, ma giunti sul posto Giuseppe vide che tutto era cambiato , ora al piano terra, vi era una grande salone per le riunioni. Chiese a Mattia se si poteva salire al piano superiore, rispose di si perché lui era un socio, proprio come il nonno prima di partire , era socio e frequentava il bellissimo salone sempre pieno, ora gestito dai ragazzi studenti.
La fame si faceva sempre più sentire e si informò se era possibile mangiare una pizza, Mattia gli propose di andare al Portello dove una volta si trovava il mercato dei funghi , chiesero di mangiare fuori, furono accontentati mangiarono una buona pizza ,un dolce e una birra, quindi si diressero verso casa al Norge, il nonno stanco fece un pisolino nell’attesa del rientro dal lavoro della figlia e del genero.
Continua