A Massa Lucia Tagliavini

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MOSTRA dedicata allo scultore ornatista borgotarese ALDO TAGLIAVINI (1906-1968) nei locali dell’ex convento agostiniano di San Rocco

A Massa
A Massa arrivai nel lontano 1965 per una lunga vacanza. Era un luogo di cui conoscevo alcuni
posti ma,solo allora ho avuto modo di osservarla minuziosamente assaporandola in tutti quei
particolari che, spesso sentiti raccontare dal papà,avevo trascurato nella mia mente.Lui, in quella
città ha perfezionato il suo sapere nell’arte della scultura,dell’architettura e dell’ornato,vi
frequentava infatti ,il Regio Istituto d’arte e,oserei dire con grande profitto.
E’ cosi che mi son
diventati famigliari alcuni luoghi caratteristici sentiti solo dalla sua voce :il Batti dal Barilo,i
cinquecenteschi Pasquino e Pasquina al Pomerio,la Piazza della Liberazione con la sua
meravigliosa fontana,nota tra il popolo massese come piazza dei culi:una vera opera d’arte…
,Piazza Mercurio e Piazza degli aranci dove il Palazzo Ducale con tutti quegli stucchi stupendi, da’
sfoggio della sua bellezza insieme a quegli austeri leoni che adornano la piazza e che, a dirla
tutta, sono arrivati in maniera un po’ semplificata fino al mio borgo. Riprodotti in cemento dal
papà. Ancora oggi li vediamo sui pilastri decorati delle cancellate dei villini liberty della
Valtaro. Papà raccontava spesso di Massa,della sua scuola ,dei professori, dei compagni,amicizie
queste che durarono una vita,ma soprattutto della fontana dei culi, alla realizzazione della
quale,avevano preso parte molti studenti dell’istituto tra cui lui stesso. Si sa per certo che la
formatura dei gessi da cui estrapolare le forme degli elementi artistici costituenti la fontana
siano opera di chi frequentava la scuola in quel periodo e allora:chissà che non gli sia toccato
loro anche qualche colpo di…… scalpello…il fatto sta che il papà ha riprodotto nelle fontane dei
giardinetti Valtaresi alcuni di questi elementi. Papà era a Massa tra il 27 e il 30 e alcune
pubblicazioni, datate quel periodo portano alcune notizie di opere importanti fatte,giusto in
quel tempo,..come ad esempio la facciata del Duomo e altre cose nel parco o alla villa del Monte
di Pasta. E’ cosi che ..Massa,era diventata la favola della mia infanzia:una cosa mai vista dove le
meraviglie sentite raccontare, si sommavano alle meraviglie e il papà un mago che sapeva dare al
paese tanti begli arredi per ville e giardini,imparate là dove la fantasia mi portava e la sua
creatività stava prendendo forma….il suo mare era diventato il mio mare..le sue pinete spesso
teatro dei miei giochi quando mi portavano a Marina per qualche piccolo periodo di vacanza .E
le Apuane??? Il mio sogno nel cassetto: quello di poter un giorno arrivare lassù tra cielo e terra e
potere vedere da vicino,toccare… quelle montagne che,mutate in lastre di marmo arrivavano
fino a Borgotaro, a casa mia dove subivano le loro trasformazioni …a volte diventavano altari per
chiese da ristrutturare ,altre volte modesti monumenti funebri altre ancora monumenti ai Caduti
della Valtaro e via via che se ne presentava l’occasione altro e altro ancora…”.Siede Massa su
lucida verzura di aranci”….cosi recita il Pascoli in una poesia a lei dedicata….le arance ..i
limoni..altra grande fonte di stupore per me dove la neve e il freddo,l’inverno, regnavano
sovrani:tutte quelle strade , quelle piazze,quei giardini.. colorati di giallo e di arancio
…Bellissimo! Certamente altro è sentirlo raccontare altro è vederlo di persona..e cosi un bel
giorno quasi un sogno diventato vero a Massa ci sono arrivata e ormai da circa quarant’anni e
più, vivo nella realtà. Quando mi reco in città,penso il tempo passato i racconti sentiti e
m’immedesimo in quei tempi quando quelle strade le percorreva il Papà…Vedo una Massa in
formazione, vedo le villette liberty nei pressi della fontana che ancora magari era nella carta di
quel grande architetto che fu Cesario Fellini preside all’istituto d’arte proprio in quel periodo,
e di cui il papà segui le orme nel suo bel paese e nella sua vallata, tant’è che spesso il mio pensiero va
oltre;perchè non gemellare Massa a Borgotaro e, perché no? tutta la Valtaro???.Vedo e
fantastico su un tempo che non è più ma ancora i segni del passato lo fanno ricordare….Quando
con mamma e papà arrivavamo alla stazione di..Massa, la strada che percorrevamo era sempre
la stessa:si raggiungeva il Poggioletto.Li c’erano alcune segherie e ci si recava a scegliere i marmi
che poi sarebbero partiti per Borgotaro dove il papà li lavorava ,ma io non mi rendevo conto di
quanto questa città fosse bella ed accogliente e la mia favola la vivevo soprattutto tra le mura di
casa sentendo raccontare.