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Lucia Tagliavini
Al Savoia negli anni “50

E’ arrivato l’inverno, l’anno sta per finire e ci ha portato neve e gelo…Tra un brulicare di gelidi fiocchi e un invito a scambiare auguri di buon anno al Bar Gelateria IRIS in quel di sanrocco,affiorano tanti trascorsi in quel bar,volti più o meno noti,vecchie amicizie,piccoli aneddoti…La casa dove abitavo non era molto lontana da quel luogo e da una delle due finestre di sala si dominava un lungo tratto di Via Liberta,’

.Costretta dal gelido freddo invernale, i pensieri,i ricordi,correvano lievi come i fiocchi di neve, sognando l’estate.Il sole,la compagnia di amici con cui spesso ci si radunava in giardino, all’ombra di altissime piante dette del Paradiso ,che silenziose si stagliavano verso il cielo, affioravano nella mia mente.Là dove questi alberi costituivano un doppio filare con gli aceri di Via Libertà, stazionava in estate il nostro tavolo da ping pong,meta ambita dei ragazzi del quartiere,che,dalla stazione a gruppi scendevano al Bar Savoia per uno squisito gelato o per una chiacchierata tra amici,e allora,attraversando l’ampio cancello, si fermavano da noi a passar qualche parola e a giocare…I Savoia…hanno sempre suscitato in me, bambina, tanta curiosità, soprattutto quando era in corso la mia preparazione all’esame di passaggio alla scuola media:fu in quel momento che sentii parlare della casa reale dalla maestra Bianca ,che mi stava preparando e i Savoia erano entrati nel mio quotidiano.Cosi fu che quando la gelateria Savoia ha fatto il suo ingresso a S.Rocco,spesso mi chiedevo:”Ma perchè Savoia’?Saran forse, lontani parenti del re Carlo Alberto, vissuto in piena I°guerra d’indipendenza?”in effetti non era cosi….era proprio tutta un ‘altra storia.In realtà di cognome facevano Spagnoli,avevano rilevato da una famiglia di origine parmigiana, la latteria di San Rocco,ne crearono una gelateria,che ancor oggi esiste e dopo aver passato diverse gestioni, ora ha il nome di un fiore.Prima deiSavoia a Borgotaro,c’era solo la gelateria dei signori Gatti e i bambini e i ragazzi del nostro quartiere per poter gustare un gelato dovevano raggiungere il paese o attendere che la Maria del Gatto,cosi la chiamavamo,passasse col suo carrettino,e allora era tuttta una festa. Per alcuni anni, il bar gelateria Savoia andò per la maggiore attirando presso di sè tutti i ragazzi della zona, che in quel Bar, spesso trascorrevano le ore pomeridiane gustando gelati ,facendo lunghe chiacchierate, ascoltando canzoni scaturite da un juke box e ,la stranezza era che tra loro c’era anche chi dava sfogo alle sue doti di artista…..Il bar nacque dunque con quel nome,ma perche’?Il nome risale al soprannome di uno di loro che faceva il vetturino e andava ad accogliere con la carrozza i passeggeri che arrivavano dal treno per condurli in paese e,nello spronare i suoi cavalli diceva loro:”Avanti…. Savoia!”Forse.. Savoia era il suo cavallo..fatto si è che il soprannome di Savoia è toccato a lui… ed è cosi che alla gelateria dettero questo nome.Come detto, tappa d’obbligo era il cortile,dove noi ragazze stazionavamo e trascorrevamo il tempo delle vacanze estive tra una partita di ping pong e l’altra, chiacchierando,dipingendo e disegnando, spesso volendo imitare senza nessun profitto quel genietto innato di mia cugina Luisella che, l’estate trascorreva le vacanze in nostra compagnia. C’erano le ragazze che in quei dintorni abitavano o che spesso in quel luogo villeggiavano,ma in particolare il cortile era frequentato da Gloria, che abitava la villetta liberty di fronte al cancellone di entrata, da Luisella, dalle padrone di casa :io e mia sorella e altre ragazze e ragazzi della zona. Si giocava a ping-pong,ma era facile lasciare il cortile e andarsi a sedere fuori da quel bar per gustare lo squisito gelato che i signori Savoia sapevano fare….uno gradevole gelato al cioccolato…alla crema…..alla fragola..al limone…..,ma la novità del momento era il gelato con i canditi: ricordava la cassata siciliana era servito o in cono o in coppette e a me piaceva molto.Un giorno, ricordo, era da poco arrivata primavera,ero a casa della mia amica del cuore;stavamo studiando..ad un tratto decidemmo di recarci da Savoia a prenderci un gelato e, strada facendo, stavamo decidendo che gusti scegliere;Gloria, tranquilla :”io lo voglio coi candidati”e beh,non mi ci è voluto molto a capire che aveva confuso i canditi coi candidati…cose che succedono….Luisella invece, non si separava mai dal suo blocco da disegno,lo portava ovunque anche dal gelataio e lì sfornava ritratti oppure scorci panoramici,con la sua matita magica schizzava, schizzava instancabile schizzava …E cosi tra una caricatura al nostro parroco che con tutta la perseveranza di cui era capace, passava i pomeriggi in bicicletta a visitare tutti i bar della zona e cercare di tirare a sè, i suoi parrocchiani per farli arrivare in chiesa,la domenica, e numerosi ritratti di volti sanrocchini, nonchè scorci paesaggistici visti dal bar, trascorreva le giornate in compagnia …e tutti la guardavano meravigliati per le magie che sapeva fare con la sua matita e i suoi pennelli.La mattina,quando non era impegnata a passare a china qualche progetto dello zio Aldo, ero io a fare da modella in quei magazzini di casa mia, dove, per lei che amava il balletto classico, suggeriva pose che ricordavano le ballerine …ma molto spesso lavorava di fantasia creandone di bellissime, senza nessun bisogno di disegnar dal vero….Durante le calde serate estive poi da Savoia si andava a ballare.Avevano infatti ricavato una Balera nel retro del Bar e gli appassionati del liscio spesso vi si recavano a ” Far quattro salti,” si diceva allora…Io avevo si e no dieci anni e i grandi mi portavano con loro, ascoltavo un po’ di musica e guardavo gli altri ballare.Poi,un bel giorno, i Savoia lasciarono il locale,si recarono in America e arrivarono i signori Bertolini,il bar continuò ad essere una rinomata gelateria,i ragazzi continuarono a frequentarlo con entusiasmo,Mario e la Maria facevano dei buonissimi gelati e sapevano trattare con amore i loro giovanissimi clienti.Purtroppo di quel che si avvicendo’ dopo di loro, non conosco molto,so solo che fui molto soddisfatta quando l’estate scorsa tornata a Borgotaro, i gelati artigianali erano tornati buoni come un tempo là dove rendevano felici le bocche di noi bambini sanrocchini,quando ancora eravamo negli anni della spensieratezza e tutto era bello intorno a noi .