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IL PRESEPE A CASA TAGLIAVINI
Lucia Tagliavini
a. Borgotaro 12 Dicembre 1955, alla scuola elementare di S.Rocco c’ è una gran confusione: i bambini sono tutti molto agitati: è finalmente arrivata la notte dei desideri: la notte in cui ogni bambino avrebbe coronato il suo sogno …..S. Lucia con il suo asinello di lì a poco, passata la lunga giornata di attesa, avrebbe portato a tutti i bambini buoni quel regalo tanto atteso richiesto con una lettera spedita per chissà dove ma che avrebbe fatto la loro felicità.

E la sera una scarpetta sotto il davanzale, un piattino con un pò di biada per l’asinello, sprigionavano in quei bambini i sogni più belli dove la fantasia correva, correva ,correva fuori da quella finestra della loro camera tra i fiocchi di neve di quelle fredde notti invernali. Ma il loro pensiero andava anche oltre. Stava arrivando il Natale e per loro a S. Rocco si stava preparando una grande festa. A casa di Tagliavini, si stava preparando un grande presepe visitabile da tutti i bambini che risiedevano nel quartiere, ma che poi era diventato talmente famoso che dal paese in molti desideravano visitarlo e in tanti sfidando l’intenso freddo di quel periodo arrivavano presso quella casa che poi era la mia e guardavano quel grande capolavoro. La tradizione del presepe a casa mia aveva le sue origini molto prima che io nascessi: il papà amava molto mettere alla prova le sue potenzialità artistiche, spesso era una sfida che aveva con se stesso per convincere se stesso e chi gli stava vicino di quanto fosse bravo. E allora eccolo creare con le sue mani quelle statuine in terracotta, di cui ho sentito raccontare, ma che purtroppo come tante cose belle e care, durante la guerra erano andate distrutte. E così nel momento in cui io sono nata ,al loro posto ho trovato statuine in gesso che se non ricordo male erano le antesignane di quelle che ancor oggi si comprano nelle edicole dei giornali o da qualche rivenditore di giocattoli. Ma anche se quel presepe non aveva più il fascino di quello anteguerra aveva pur sempre un fascino tutto particolare.I sassi di Roccamurata erano vere montagne molto simili a quelle della nostra bella vallata, fiumi, torrenti, ruscelli, bei ponticelli, pozzi, piccole case il tutto fatto da uno che di architettura se ne intendeva e non poco e in quel presepe si vedeva la sua conoscenza della materia, come l’arco di un ponte che suscitava la mia curiosità tanto era corrispondente alla realtà. Ma non era la sola cosa che suscitava meraviglia perchè tutto in quel presepe era da ammirare: le case fatte di sua mano con cartone e compensato, il senso prospettico, la ricchezza dei particolari, il paesaggio svariato di quei posti lontani dove alle casupole dei pastori e della gente umile, si alternavano in lontananza quelle casette arabe con il tetto semisferico e il deserto con le sue oasi e le alte palme, vegetazione tipica di quegli aridi luoghi. E la capanna dove
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b. scrupolosamente il Bambin Gesù vi era posizionato dopo la mezzanotte,e in lontananza, il castello di Erode: certo i particolari di quella storia così intensa , così vera c’erano tutti, non mancava proprio niente. Tutto era armonico e ben strutturato: laghi e ruscelli fatti con specchi e carta stagnola che allora non la si acquistava in rotoli come oggi ma a me e a mia sorella veniva chiesto il sacrificio di collezionare carte di cioccolato perchè quando il Natale era alle porte sarebbero servite ad arricchire il presepe dei suoi ricchi corsi d’acqua. Figuriamoci che gran sacrificio: eravamo ben contente di mangiare cioccolato!!!!! Non era facile dimenticare un così bel presepe e il desiderio di continuare la tradizione ci ha accompagnato anche dopo che lui ci ha lasciato. E così presepe dopo presepe ci siamo trovate ad avere i figli che diventati un po’ grandicelli ma non troppo ebbero l’ardire di imitare il proprio nonno e devo dire con discreto successo. Guido otto anni, era già un bravo conoscitore del senso prospettico, per le case aveva trovato il modo di imitare suo nonno sostituendo al cartone e compensato, il polistirolo: chissà forse se fosse esistito l’avrebbe usato anche il nonno….mah!!! Patrizia, mia figlia, è sempre stata attratta dalle potenzialità artistiche di quel personaggio dal carisma tutto particolare che era suo nonno e, diventata scultrice a sua volta, ha iniziato a sfornare presepi in terracotta e ceramica dove l’alta spiritualità della nascita del bambin Gesù stava in poco: una terracotta dove Maria, Giuseppe e Gesù scendono da un alto monte tutto scalinate, volgendo lo sguardo al Cielo, un altro in formelle in ceramica dove il grande significato della nascita di Gesù è indicato dalla raffigurazione di tutti i popoli della terra che corrono alla capanna e indossano gli abiti caratterizzanti le loro nazioni, l’ altro, il più bello, dove ha realizzato un presepe dentro alla punta di quella stella che ha annunciato a tutti la Buona Novella.