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Il treno dei militari
All’alba di un giorno d’estate d’inizio anni 50, la stazione ferroviaria si riempì di carri ferroviari del Genio Militare carichi di carri armati, semoventi, obici, cannoni, mezzi di trasporto truppa, jeeps. Grande fu la meraviglia per noi ragazzi nel vedere mezzi militari mai visti prima.
Era parte della Divisione di fanteria Legnano che veniva nella Valle del Taro per il campo estivo.
Una motrice ferroviaria movimentava un carro per volta e lo portava alla banchina di scarico, dove tutt’ora esiste, e i mezzi militari venivano scaricati e allineati parte dentro lo scalo ferroviario e parte nel piazzale della stazione.
Per primi furono scaricati i mezzi di trasporto truppa, camions e jeeps, che servirono poi a portare i soldati alle varie destinazioni.
Vennero poi scaricati i semoventi, obici e cannoni che trainati da appositi camions vennero trainati verso Gotra. Per ultimi furono scaricati i carri armati e qui nacquero i primi problemi con le Autorità…stradali.
Sia il piazzale della stazione che il viale che porta in paese, erano stati asfltati da non molto tempo e il passaggio dei carri armati, pesanti 35/40 tonnellate, ararono sia il piazzale che il viale. Proteste delle Autorità presso il comandante dei militari che però non trovarono molto ascolto se non la promessa di una sistemazione ai guai stradali causati dai carri armati.
Posteggiarono momentaneamente nello spiazzo antisante la chiesa di San Rocco al che, il parroco di allora, Don Ugo, non nè fu molto felice anzi protestò vivacemente per lo scempio che i carri armati facevano del piazzale ma tant’è: di fronte al governo (Esercito) dovette fare buon viso a cattivo gioco.
L’attendamento per la truppa venne posto presso il campo sportivo; la mensa ufficiali presso la scuola elementare Sen. Camia di San Rocco; il deposito munizioni venne portato ad un kilometro a sud del ponte della ferrovia, un posto che noi ragazzi chiamavamo “la palude”, un acquitrinio di acqua sorgiva dove pioppi e salici formavano sufficiente ombra per gli esplosivi , ed era strettamente sorvegliato dai soldati, inavvicinabile per noi ragazzi. Altre tende con un paio di soldati erano posti lungo l’argine del torrente Tarodine dove lì potavamo giocare ai “soldati” con i veri soldati.
Ci davano il fucile, ovviamente scarico, fucile fornito dagli americani tipo Garrand e su moltissimi di essi c’era inciso il nome del soldato americato che lo aveva avuto in dotazione durante la guerra, ci mettevano in riga e ci facevano marciare. Per noi ragazzi era tutto molto eccitante e passavamo tutto il tempo che potevamo con loro. Erano ragazzi anche loro, con qualche anno in più, e cercavano in qualche maniera d i passare i 18 mesi di servizio militare nel miglior modo possibile. Ogni tanto portavamo loro qualche pagnotta di pane, pane fatto in casa dalle nostre madri, che apprezzavano moltissimo e loro ci ricambiavano facendoci giocare ai soldati.
Alle 05.30 il trombettiere suonava la sveglia ed il suono della tromba si udiva in tutta la valle.
Diversi giorni dopo l’arrivo dei militari, si iniziarono a sentire rimbombi di spari provenire dall’alta valle del Taro: erano i cannoni ed obici che sparavano sul monte Pelpi. Erano esercitazioni di tiro ed i luoghi preposti alle esercitazioni erano interdetti a tutti.
Alcuni militari trovarono la fidanzata e si sposarono ( ricordo in particolare un militare di Roma, dei Centocelle, che sposò la figlia del produttore di pasta, il cui pastificio era vicino alle mura di cinta del paese. Non ricordo il cognome della ragazza ma del militare si.
I militari rimasero a Borgo val di Taro un mese circa e poi fecero ritorno alla caserma di provenienza. Ritornarono per qualche altro anno ancora e poi il campo estivo venne portato nella valle del Ceno.