Piazzale aziendasafe_imageCasa viale  LibertàBambini  viale Libertà

Lucia Tagliavini
Carlo Cecchetti
Estate 1961
Nel silenzio di un cortile assolato echeggiavano nell’aria le note di una canzone…..”I cavalli son stanchi nell’umida sera ,è la dolce preghiera del gitano che va…..”credo che quel motivetto che si sentiva fischiettare lungo il cortile di casa mia verso le ore 14 del pomeriggio, più o meno facesse così….
Passava sempre davanti alla porta dell’ufficio della ditta Tagliavini ,un ragazzo sempre ben vestito,impeccabile, con i suoi capelli a spazzola,sulla sua bici verde acqua.Un bel ragazzo moro di capelli e, a mio giudizio, un po’….inaviccinabile.Direi quasi di non averlo mai apostrofato,l’unica volta che in qualche modo mi ha…..detto qualche cosa su di sè….fu con una lettera di risposta da Boston dove ora risiede, ad una mia inviatagli, per metterlo a conoscenza che il giornale di S.Rocco voleva scrivere su di lui,e volevo notizie.Mi scrisse e gli risposi per assecondare un qualche interrogativo che lui stesso chiedeva a sua volta ,cose per altro molto personali.Dopo di che il silenzio è caduto su di noi.
Era il dott. Carlo Cecchetti, uno dei tanti ragazzi di S.Rocco ,emigrati all’estero per motivi di studio o di lavoro.Si era trasferito a Borgo taro da Lozzola ,nel Bercetese,dove abitava con la famiglia, intorno al 1960,momento in cui il padre ferroviere, dopo la morte della moglie,decise il suo trasferimento a Borgotaro.
Abitava in un piccolo appartamento sotto casa mia e per accedervi doveva attraversare il cortile…oppure l’altra opportunità era una scaletta che da Via della Libertà, dava ulteriore accesso alla DittaTagliavini,molto prima del grande cancello.Dove abitava lui ,era proprietà di mia zia,la brava fotografa Antonietta e per accedere al cortile c’era un grazioso cancelletto in legno.
Da lì usciva ogni giorno, fischiettando sempre quel motivetto che, evidentemente, gli piaceva tanto….spesso, quando passava, noi ragazzi eravamo sotto i grandi alberi del paradiso che in doppia fila percorrevano il confine di Via Libertà insieme agli aceri,prima del cancellone e giocavamo a ping pong. Ma lui, imperterrito,se ne usciva fischiettando senza degnarsi mai di fermarsi un po’ con noi.
Mens sana in corpore sano dicevano i latini…..ho l’impressione che lo sport e lo studio erano le cose che lo impegnavano più a lungo; e così….ore 14 giro in bicicletta ,il suo sport preferito immagino…ore 15 rientro e poi..sui libri tutto il santo giorno..
E si perchè lui era bravissimo a scuola e per quel che ne posso sapere su di lui,frequentava poche amicizie. Se poi al di là del cancello della Ditta Tagliavini ci fossero degli amici più graditi di quelli del nostro cortile…..Questo non lo so.
Aveva due fratelli,di cui uno, una sorella,si sentiva vociferare fosse negli Stati Uniti d’America, l’altro forse in qualche altro paese estero,per altro già emigrati quando lui,undicenne venne ad abitare a Borgotaro.Il suo soggiorno borgotarese non durò a lungo.Giusto il periodo necessario per completare gli studi alla scuola media e oserei dire con grande successo.
Poi un bel giorno incontrai il Signor Alberto,suo padre,che mi disse che terminate le scuole medie ,sarebbe partito per l’America ,dove lo aspettava una sorella.Erano i primi anni dell’era spaziale e da notizie paterne ,sembrava….volesse partire per la….. luna…..no..scherzo….avrebbe dovuto frequentare quel ramo di ingegneria che ….ci avrebbe portato tutti sulla luna ,ma poi …ha pensato bene di diventare un bravo dottore studiando medicina.
Attualmente è a Boston.