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ottobre 2015″
una festa per tutti ….Quella che alcuni di noi si sono inventati ed ha trovato la partecipazione di molti, San Rocchini ed ex, con S.Rocco nel cuore.Era nata come una festa di classe dei nati del ’47, per un proposta di Liliana che ha chiesto la nostra complicità , per rivedere i suoi vecchi compagni di classe..lei che da anni era ..”scappata..”, così….. tanto per dire…,in quel di Spezia e non era facile rivederla al Borgo.

L’impresa dunque comprendeva delle difficoltà,come spesso capita quando da tempo si vive in ambienti diversi dal paese di origine. Quindi non essendo riusciti a trovare gli amici sparsi un po’ ovunque, è stata allargata ai compagni di scuola e poi a tutti quelli che avrebbero voluto partecipare….Ne è uscito un raduno di tanti, bello e pieno di emozioni e di ricordi… Ormai ha compiuto due anni e non si può negare che non sia stato accettato con ampio consenso da chi a SRocco ha avuto le sue radici..Ogni anno si incontra tra la gioia di tutti sempre qualcuno che il precedente non era presente. Forse mi ripeto ma penso che a chi con affetto e passione dirige il Baracchino vada tutto il nostro ringraziamento per aver saputo con tenacia e perseveranza dare una continuità a tutto questo. A lui , a Valerio va la nostra riconoscenza. e nonsolo perchè ogni anno cerca di richiamare col suo “Piffero magico “sanrocchini da ogni dove,ma anche perchè ogni anno trova qualcosa di nuovo per intrattenere i suoi ospiti:quest’anno ci ha regalato la musica di Matteo ,Giacomo e Veronica,tutti molto bravi:devo dire che quando qualcuno si è messo a ballare il ricordo mi è andato alle feste che si organizzavano in casa e che ancora vengono spesso ricordate. Lassù,dunque, a Valdena, al Ristorante Pizzeria dai Monelli,dove il re della vallata è il verde dei suoi castagni in molti erano presenti quel giorno..Purtroppo un uggioso giorno di ottobre dove c’era perfino chi diceva che avrebbe nevicato…beh tutto sommato sarebbe stato bello lo stesso…In quella grande sala dove eravamo riuniti e dove sommavamo emozioni ad emozioni avremmo ricordato i nostri inverni….Le lunghe giornate alla finestra ad aspettare Natale al caldo di una stufa tra le cose di casa..vedo mio padre coi suoi francobolli,il pomeriggio della domenica mentre la neve cadeva a fiocchi, gustarseli ad uno a uno in quegli album oppure farne il bucato, diceva lui, estrappolandoli dalle buste che via via arrivavano inviate dai nostri fornitori..lo vedo in altre occasioni intento a sbattere animatamente l’albume d’uovo per farne piccole meringhe che a casa mia chiamavano spumini..lui …dalle mille imprese..lo vedo ancora quando riusciva a realizzare e, la mia meraviglia era tanta cestini dalle scorze di quelle arance che ogni anno un professore conosciuto a Massa, dove lui studiava le innumerevoli tecniche della lavorazione artistica di cui fu maestro per diversi anni in Valtaro ,gli mandava da quella città..lo vedo con la matita in mano schizzare le sue creazioni che avrebbe poi realizzato in cemento o in marmo in quel laboratorio sul Tarodine,lo vedo ancora montare la panna,dopo aver lasciato il pentolino del latte fuori della finestra della cucina perche’ raggiungesse la giusta temperatura per procedere alla montatura e che….squisitezza poi !!!!!…mentre io alla finestra della sala che dava sulla strada, vedevo passare gli sciatori provenienti dal treno e diretti verso il campo di aviazione, cosi allora si dicevano i prati che si incontravano lungo la strada che portava alla fornace dei mattoni, là dove ora sorge il caseificio e si prosegue per Bedonia e tutta la valle.E la neve fioccava:,vedo i miei giochi, vedo alcuni amici in particolare Gloria che è stata la compagnia della mia infanzia ,poi altri:Liliana, Carletta,Eugenia …Con loro dal vetro, assistevamo ad un spettacolo che sprigionava in noi l’entusiasmo caratteristico della nostra giovane età, dove la spensieratezza era tra noi e ci regalava momenti pieni di gioia : i larghi fiocchi scendevano sempre più fitti e si accumulavano sulla strada e sui terreni circostanti.Intanto all’interno la speranza:quella di poter scendere giù nel cortile per un’uscita ,anelando forse ad una slittata o alla realizzazione di un bel pupazzo, là dove tra le rotte fatte dagli operai della ditta, montagne di neve altissime alimentavano la nostra fantasia di bambini….. Eravamo dunque là, quel giorno ed ognuno con un pezzo della sua storia: quella che ha fatto San Rocco. C’erano le industrie, i laboratori artigianali..i personaggi dei treni…gli emigranti che in qualche modo hanno contribuito alla crescita del quartiere, del paese,dell’intera vallata.. Le ville,la chiesa,le attività commerciali gli alberghi…le ..scuole. Tutto intorno è cresciuto anche per i loro sacrifici,il loro amore per quei luoghi lasciati partendo e il desiderio di poter un giorno ritornare. Ogni anno,quando il sole caldo d’estate comincia a risplendere in cielo ,rientrano:arriva Fabrizio con la sua storia inglese,arriva Eddie da Johannesburg dove risiede,e poi Peppino dalla Francia, Angelo dal Brasile ….e ancora da Milano,Spezia Genova….dall’America.In tanti a godere di quei boschi ,di quella pace, di quel silenzio…..E cosi Valdena quel giorno era una botte di ricordi,di voci e di abbracci..di grida di gioia tra quei luoghi, di funghi e un torrente che un po’ ha fatto la storia della sua valle..A parte le alterne vicende che hanno caratterizzato il suo corso tra tragiche alluvioni e brutti ricordi..la vita a S.Rocco continua..lungo le sue rive ricche di vegetazione,c’era un tempo in cui donne raccoglievano salici destinati a far cesti per la raccolta di frutti di bosco oppure vi lavavano i panni ,bambini giocavano saltando agilmente tra i sassi, ragazzi pescavano con le mani i pesci,qualche volta trasformati per chissà quale incantesimo in bisce d’acqua tra la meraviglia delle ragazze che sulle sue rive andavano a prendere il sole e assistevano silenziose a queste scenette della quotidianità ..ma c’era anche chi andava con tempere e pennelli a ritrarre quei luoghi belli e suggestivi che quel torrente sapeva offrirci durante il suo percorso per immortalarli sulle sue tele….è cosi che i pittori si casa godevano della sua presenza: Luisella, zio Italo..Li vedevamo spesso l’estate varcare il cancello che dava sul fiume e recarsi a ritrarre qualche scorcio paesaggistico della nostra valle….ma non si possono dimenticare mulattieri e cassonieri che al fiume andavano a raccogliere sassi..e anche chi sotto al muraglione coltivava orti. Ma le magie del Tarodine non finiscono qui….non dobbiamo dimenticare una fontana di tutto rispetto che ,fa un strano effetto a chi in quei luoghi capita magari per caso. Si racconta infatti che chi beve di quell’acqua a stento dimentica quei luoghi…….E forse è per questo che se anche la vita ci ha portato lontano, appena ci è possibile torniamo lungo quelle rive a ricordare….I miei auguri di Buone Feste a tutti voi e un caloroso abbraccio Lucia.