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Ricordi Sparsi Silvano Ottonari
Frequentavo la V elementare e un giorno di tardo autunno del 1952, la nostra maestra fu vittima di un incidente alquanto insolito: in una giornata di vento, mentre passeggiava per una via del borgo, una persiana si staccò da una finestra, e la colpì in testa. Rimase in ospedale per diverso tempo, ebbe una lunga convalescenza finita la quale non insegnò più. Dal giorno dell’incidente sino alla fine dell’anno scolastico, venne sostituita da un maestro, il quale si rivelò, un melomane, oltre ad essere un bravo insegnante. Amava l’opera in generale ma impazziva per Giuseppe Verdi ed in particolare stravedeva per la romanza “Va Pensiero” dal Nabucco. Ne parlava in continuazione, forse per incuriosirci, e diventare pure noi amanti dell’opera.
Un mattino, dopo l’appello, ci informò che da li a qualche mese avrebbe fatto tappa a Borgo val di Taro la RAI e che si sarebbe tenuto un concerto vocale e i coristi sarebbero stati scelti tra ragazze e ragazzi delle classi V elementare. Il concerto si sarebbe tenuto nella palestra della scuola, registrato, per poi essere trasmesso per radio in ambito locale. Sarebbero stati scelti una 50na di ragazze e ragazzi tra i più dotati vocalmente e musicalmente e che presto sarebbe iniziata la selezione. Disse anche che due volte alla settimana, per un’ora circa, si sarebbero tenute le prove di canto in palestra. Eravamo tutti molto interessati sia per fare parte del coro sia per le due ore di lezione settimanali evitate.
L’eccitazione per l’avvenimento si impadronì di tutti gli alunni delle V e immediatamente iniziarono le scommesse tra noi ragazzi su chi avrebbe fatto parte del coro e chi no e la posta in palio erano le figurine della raccolta dell’album “La Storia dell’Aviazione”. Tra tutte le figurine dell’albo, ce ne era una in particolare difficile da trovare nelle bustine, la n. 1 dell’album, Leonardo da Vinci, a cui tutti noi raccoglitori faceva gola. Facevamo carte false pur di averla e chi aveva la fortuna di averla doppia, aveva pretese eccessive per cederla ed il “malvagio” ne approfittava di questa sua forza contrattuale.
Altra posta in palio erano le biglie di vetro, ambite perché perché perfettamente sferiche, colorate e belle da vedersi rispetto a quelle di terracotta non proprio rotonde e monocolore, con cui giocavamo al Giro d’Italia o a Caporale. Alla fine della selezione delle ragazze e ragazzi, alcuni di noi avevano le tasche gonfie di biglie di vetro e nella tasca del grembiule l’agognata figurina di Leonardo da Vinci che andava a completare l’album.
Venne il giorno della selezione nella nostra classe. Il maestro, man mano che faceva l’appello, chiedeva ad ognuno di noi di emettere una nota acuta ed una bassa e di cantare un strofa di una canzone qualsiasi . Molti di noi non sapevano cosa fosse la nota acuta e la nota bassa e così ci fece l’esempio: il muggito di una mucca è una nota bassa, il cinguettio di un uccello è una nota acuta.
Uno ad uno cantammo la strofa della canzone che conoscevamo ed il vocalizzo con note basse e note acute. La selezione era immediata: scelta/o, scartata/o, da risentire! Io fui tra i “da risentire” ma venni poi scartato nella successiva audizione. Ci rimasi male e giurai a me stesso che non sarei più andando a scuola. Mi fece desistere mia nonna con un paio di scappellotti.
Iniziarono le prove e venne scelto il solista per una canzone particolare, I Cariolanti. Il prescelto fu una ragazzo della mia stessa classe. Ci raccontava delle prove e delle canzoni che dovevano imparare. La prima fu l’inno di Mameli che doveva aprire il “concerto”; poi venne “Va Pensiero” (detto tra noi va sempre bene in qualunque occasione). Seguì la canzone “I Cariolanti” e poi altre ancora di cui non ricordo i titoli. L’inno di Mameli veniva poi cantato in classe di tanto in tanto cosi pure “Va Pensiero” che il maestro ci fece imparare a memoria.
Le prove durarono diverse settimane e venne finalmente il grande giorno. Per i coristi non ci fu scuola, per gli altri si, ahi noi. La RAI arrivò il giorno prima della esibizione. Attrezzò la palestra con i propri strumenti di registrazione e il giorno dopo venne registrata il concerto vocale .
Prima della campanella di fine lezione, il maestro ci informò su quale lunghezza d’onda sarebbe stata trasmessa l’esibizione canora. A casa di corsa per sintonizzare la radio ed ascoltare la voce dei nostri compagni cantanti. Le radio erano quelle che erano e la ricezione non fu proprio delle migliori ma ugualmente sentii il coro e la voce solista del mio compagno. Il tutto durò una decina di minuti o poco più.
Fu tutto molto bello. Dell’avvenimento se ne parlò a scuola sino alla fine dell’anno scolastico, 30 giugno, ed il solista de “I Cariolanti” se la tirò per un bel pezzo, ma gli esclusi ebbero la loro rivincita che qui non posso raccontare.