S. ROCCODI BORGOTARO 1950
“da Tagliavini
Dedico questo mio racconto a chi mi è stato vicino,quando da piccola stazionavo nei giardini di casa mia tra le loro burle , i loro fantastici lavori e tanta serenità….

Agli Operai
(a chi è rimasto e a chi purtroppo nonc’è più)

Ore otto.Un suono assordante, veniva dalla Milanese & Azzi,era il segnale di inizio lavoro:il lungo sibilo della sirena della cementeria,avvisava tutti dell’apertura delle fabbriche.Si schiudeva il cancello della Ditta Tagliavini, e un piccolo esercito di operai entrava in azienda.Nell’arco di più di mezzo secolo di vita di quel laboratorio artistico, in tanti si sono susseguiti al di là del grande cancello,ognuno con una mansione diversa,ognuno con una storia diversa….non li ricordo tutti…ma per me erano tutti dei papà, delle mamme, degli amici…Ero molto piccola e tutti avevano il loro modo di coccolarmi .Sono cresciuta tra di loro,tra una carezza dei più vecchi e una burla ,non sempre gradita, dei più giovani.Non amavo lo scherzo e non lo amo neppure ora che di anni ne ho ammucchiati un pò tanti….Ricordo i loro racconti, di tanti la loro dolcezza, di alcuni i loro canti, di altri il carattere un pò schivo, un pò sornione….a volte durante l’attesa che la sirena della cementeria avvisasse dell’ora del rientro pomeridiano delle 13,30, ero in mezzo a loro e allora un pò mi facevano dire, un pò ascoltavo i loro racconti…. quello che mi affascinava di più, era quello della Fidalma,una delle tante donne, che si sono susseguite alla realizzazione delle mattonelle, che raccontava del suo lavoro di mondina….quando, in certi periodi dell’anno, andava a raccogliere il riso nelle risaie del Vercellese e a me sembravano favole:qualcosa di incredibile, queste donne che lavoravano in mezzo all’acqua delle risaie e io che per poco l’acqua la potevo toccare per i miei perenni raffreddori e tonsilliti,quasi le invidiavo.Poi c’erano Nino,Ugo,la Anna con la loro dolcezza…c’eraTamagna che cantava, cantava,cantava sempre e nel cortile echeggiavano le note delle sue canzoni e la sua allegria. C’era Benci, addetto alla tagliatura del marmo,e poi Giovannone ,che con il Gian facevano i tubi e che ,essendo della campagna e abitando lontano,si portava il pasto da casa e terminato di pranzare,intanto che tutta l’allegra compagnia sbucasse dal “grande cancello” per il rientro pomeridiano, lui andava per lumache che, neanche a dirlo, si nascondevano numerose sotto quei tubi che lui stesso realizzava, e così andava a casa sempre con un bel bottino:chissà poi come le cucinava quelle povere bestiole,c’era anche Aldo Riva che faceva coppia con Tamagna alle mattonelle e non solo, spesso li trovavo anche alla levigatrice:era una vita frenetica quella della ditta Tagliavini…. loro, i grandi protagonisti di questo racconto facevano tantissime cose, hanno visto nascere dalle loro mani i pezzi d’arte ideati dal mio papà che ha insegnato loro a muoversi in un mondo tutto arte e architettura.il suo.So che da noi ha lavorato anche Rosetta ma non la ricordo in quei laboratori….E poi, negli anni, si sono susseguiti Pierino, che poi è andato a lavorare in Germania con Giordano,Mario, che è partito per non so dove,credo per l’Inghilterra. Luciano e Peppino che sono andati in Francia, Sergio, Silvano che se ne è andato a Milano,Franco e Valerio che poi ha cambiato genere lavorativo ed è andato a fare l’idraulico…..ah, mi stavo dimenticando di Tonino e anche di Cavanino proprio lui avevo dimenticato:lui che abitava con Ugo nel cortile e tutti e due con le loro famiglie.Era un personaggio importante, una specie di factotum:quando non si occupava del lavoro in azienda,lavorava il nostro orto,allevava animali da cortile e curava la vigna e ai primi di ottobre…tutti a vendemmiare!!!!!. Ricordo Tonino come un ragazzo molto riservato, svolgeva il suo lavoro in silenzio e difficilmente sentivo la sua voce.Di Cavanino che in realtà era Luigi Previ ricordo le sue burle, le sue passeggiate dal laboratorio fino alla vasca vicino a casa con il fiaschetto in mano per rifornirsi d’acqua al fine di dissetarsi durante il lavoro, ricordo che amava molto i bambini e che spesso, quando incontrava me o qualche mia amica ci prendeva per mano e ci portava al pollaio a vedere polli,galline e conigli,specie quando nascevano i loro piccoli ce li faceva vedere soddisfatto….una cosa non mi piaceva affatto ed era quando lo vedevo fuori della porta di casa sua che , dopo avere ammazzato il coniglio, lo scuoiava appendendolo ad un gancio….Di Ugo ricordo quella volta che mi portò per viole al di ,là del ponte della ferrovia facendomelo attraversare tutto, a pochi passi dai binari, dove passava il treno:ero terrorizzata!!!!! Un’altra cosa che mi è rimasta impressa è quella minestra o zuppa che fosse,in cui versava il vino dal fiasco che aveva sul tavolo e se la mangiava come una grande specialità davanti a me , meravigliata.E poi….il suo pane e cipolla che mangiava seduto sui gradini di casa sua…..Eh, altri tempi!!!!! Passo passo altri vengono alla mente….. Giacomo,un omone grande e grosso che io identificavo nel gigante buono di qualche favola. Armando….quando arrivò in azienda lui, papà già non era più e per la mamma ,che continuava da sola a gestire l’ azienda, uno come lui che aveva una strana sorta di senso artistico e vedeva con ammirazione e rispetto tutti i pezzi d’arte che aveva ideato il papà, faceva proprio comodo. C’era anche Emilio e suo fratello,ma di loro ricordo ben poco …Il cortile spesso si riempiva per il loro intenso lavoro,di mattonelle da pavimento,di cornicioni,di tubi,di…..monumentali colonne….che poi venivano trasportati nei luoghi più nascosti della Valtaro.Nei paesini, case e chiese portano ancora i segni del loro passaggio e così, all’intorno, anno per anno, avveniva la metamorfosi dell’ambiente valtarese.Un caro ricordo va anche alle segretarie che si sono avvicendate in ufficio dalla mamma.Dopo Patrizia,mia sorella,che è stata di grande aiuto in azienda e che ,una volta diplomata, è stata assunta presso una banca del paese, è subentrata l’Adele che si è subito rivelata una valida collaboratrice e non so per quanto tempo sia rimasta, dopo di lei abbiamo avuto la Carletta, di cui,a parte l’amicizia ,che si era creata tra noi, in quanto compagne di scuola,della sua permanenza in azienda è rimasto un ricordo sfuocato….non ricordo più molte cose…i miei ricordi stanno svanendo nel nulla, ma forse un giorno incontrerò chi rimane e molto di quel mondo rim asto nell’oblio, mi ritornerà alla mente.