Lucia Tagliavini
Storia e tradizione..un 2017 da non dimenticare
Non mi è dato sapere quando il turismo abbia fatto ingresso in Valtaro ma ho pensiero che la realizzazione della linea ferroviaria e della Stazione a Borgotaro abbia avuto molta influenza in quella che poi è diventata la nostra storia,fatta di treni,di industrie ,di laboratori artigianali ma anche di turismo.

Si perché in pratica l’intraprendenza dei molti che ‘piovvero’ al borgo per lavorare alla costituzione delle stesse, fece crescere il paese e la vallata…Qui,arrivati per lavoro, rimasero e fondarono una comunità..qui chi non se la sentì di raggiungere paesi lontani in cerca di un futuro per se e la propria famiglia, si fermò creando nuclei abitativi, alberghi, trattorie, locande ma anche fabbriche e attività artigianali di qualsiasi genere…. ..E il bello è che non solo l’estate, le acque di Taro e Tarodine erano un’attrattiva per chi arrivava dal treno, ma anche la neve, durante il periodo invernale portava come dire turismo al nostro Borgo..Tralasciamo spesso dal pensare, io per la prima, che là dove ora sono fiorite alcune attività commerciali, la dove c’era un tempo la cava del cemento che riforniva le due cementerie della zona, c’erano le piste da sci.. E cosi quando nelle fredde giornate invernali, sempre un po’ malaticcia e costretta a starmene al caldo, vedevo passare gli sciatori che venivano dal treno, sci in spalla, percorrere Via Libertà per arrivare là dove immensi campi innevati davano loro modo di sentirsi liberi di sfrecciare lungo quelle discese che arrivavano al Taro, anch’io avrei voluto essere in mezzo a loro e li seguivo con lo sguardo malinconico di un desiderio che non si sarebbe mai avverato: mi rendevo benissimo conto che a me era dato di godere del solo slittino di famiglia che utilizzavo insieme ad amici, giù in quel cortile dove montagne di neve spalata dagli operai della nostra ditta erano oggetto di gioco e di attrattiva per me e i bambini di tutto il quartiere…….. Ma il treno non ci portava solo gli sciatori. Anche il pescivendolo di Montignoso, paese nei pressi della città di Massa dove attualmente abito, mi raccontava che ogni venerdì col treno e col carretto arrivava da noi al seguito della sua mamma e a me piace pensare che come altri che lo hanno preceduto anche lui si fermasse vicino a casa mia dove un nutrito gruppo di persone ogni venerdì giorno rigorosamente di astinenza dalle carni, acquistava pesce entusiasta di questa opportunità che il treno gli offriva. Fu cosi che spesso dalla finestra del mio salotto, lo vedevo passare. Gli eredi Marioni di fronte a casa mia, a quei tempi oltre che trattoria con locanda avevano anche diversi appartamenti in cui ospitavano varie famiglie e anche da noi nello storico cortile risiedevano altri nuclei famigliari. E’ cosi che spesso c’era vicino a me un andirivieni di gente che si affrettava in diversi orari della giornata per le consuete spese giornaliere: c’era il negozio di alimentari, la tabaccheria, la trattoria e il venerdì il pescivendolo, poi appena più verso la stazione il Baracchino di Montelli con la frutta e il macellaio di fronte. Il quartiere roteava intorno a me c’era il gelataio, il giornalaio, c’era anche il falegname poi altri negozi e attività commerciali li trovavamo là oltre la curva dove passo passo ci si avvicinava alle suore e alla chiesa e al paese. La chiesa era là con la sua secolare storia e ogni anno il mese d’agosto, mese in cui ricorre la festività di San Rocco, grandissime feste in suo onore venivano celebrate e a tutt’oggi la tradizione vuole che vengano mantenute: c’è la processione in onore del Santo, ci sono i mercatini di beneficenza, c’è la festa della lavanda per gli emigranti e i villeggianti ancora numerosi come un tempo nel Quartiere, ci sono le messe per ricordare chi non è più e chi purtroppo per seri motivi non può raggiungere la chiesa la domenica, ma c’è anche la festa del volontariato che come ogni anno coincide con la processione. Quest’anno ho avuto modo di assistervi se pur da lontano, e devo dire bella e suggestiva. Mi è piaciuta anche l’idea di un S.Rocco su mezzo della protezione civile, bene cosi abbiamo sopperito alla mancanza di portantini che ogni anno diventano sempre meno. Alla fine di agosto la festa dei sanrocchini organizzata dagli amici del Baracchino, sapete? Quello dove un tempo si andava ad acquistare la frutta. Rammentate. Io ricordo bene la Felicina, e ricordo anche dei frutti rossi rossi che maturano in questa stagione in cui i colori della frutta cominciano a attenuarsi come le foglie d’autunno.Erano i pomini lazzarini che a parte il loro gusto che assomigliava alla mela, a me sprigionavano tanta allegria e il ricordo di un estate di fiori e di colori che stava lentamente andandosene, lasciando il posto a funghi e castagne. Vabe torniamo al dunque: la festa di domenica 29 agosto. E’ sempre interessante parteciparvi, affiorano sempre volti nuovi,vecchie conoscenze e con loro i ricordi. Quest’anno ho conosciuto la famiglia Caccioli che non vorrei dire ma ha sprigionato in me molta curiosità e mi piacerebbe tanto sapere se di essa faceva parte un certo Caccioli Tonino che spesso incontravo in gelateria da Savoia. Devo dire che sembrava mi volesse un gran bene,probabilmente era un grande amico della mia famiglia,chissà. Comunque lo ricordo sempre con affetto,un persona molto dolce e tranquilla. Ho rivisto con piacere Paola,Franca,Marisa,Roberta e tutti quelli con cui un tempo lontano,ho condiviso giochi compiti feste di compleanno nel cortile storico, o sui banchi di scuola, o anche sul terrazzo che davanti alla trattoria Il Pirata, dove abbiamo consumato il pasto, bello con le sue decorazioni stile liberty sembrava volesse sfidarmi ancora una volta a trascorrere una giornata seduta sui suoi scalini come un tempo, immedesimandomi nel mondo dei miei giochi e nelle lunghe chiacchierate quando un po’ più grandicella amici si soffermavano con noi passando. Con me c’era sempre una serie di ragazzine che condividevano quel vasto terrazzo e chi passava spesso si fermava per stare in nostra compagnia,per poi, dopo la consueta chiacchierata, raggiungere la storica gelateria che ancor oggi è frequentata dai ragazzi di allora e penso che i ricordi si aggiungano ai ricordi là mentre consumano un caffè o si gustano un gelato. Eravamo tanti e tutti cercavano di ravvivare in me il ricordo, i fratelli Caccioli con una bella serie di aneddoti sulle suore Giannelline di cui serbano una bella serie di foto che spero un giorno di vedere, il Signor Saglia che mi ha affettuosamente salutato e cercava di farmi ricordare il suo negozio di alimentari, ma io me lo rammentavo molto bene quel negozio, c’era una cosa che mi attraeva più di ogni altra: dei buonissimi biscotti al burro che erano collegati con l’omaggio di un piatto decorato. Quanti ne ho mangiati per ammucchiare quei piatti!!!!Ero sempre là ad acquistare biscotti. Ora il negozio non c’è più,ma mi diceva che lui si è dato al canto lirico, sua grande passione di sempre, forse coltivata da piccolo dalle suore che insegnavano un sacco di attività e intrattenevano i piccoli ‘virgulti’ del quartiere con insegnamenti di musiche e ricami ,nonché altre attività tra cui il teatro e le recite. E qui entra in scena anche il mio papà di cui tutti sanno il suo amore ed interesse per l’arte di tutti i tempi, che con abilita e grande maestria ha dipinto per loro scene su tela di cui ancora conserviamo gli schizzi a matita su grandi fogli da disegno. C’era una rappresentanza della Milanese & Azzi, identificabile nel signor Gabba e signora, c’erano il fratelli Ratto….che rappresentavano il pastificio, c’era Liliana e Remo in rappresentanza della ferrovia, c’era anche Osvaldo arrivato fresco fresco dall’Adriatico con il suo ritornato negozio di frutta e verdura che ha avuto origini antiche, c’erano le due signore in rappresentanza del comune in sostituzione del nostro sindaco che quest’anno è mancato all’appello di sempre, c’era anche Paride che raccontava avventure di animali capitati per caso nei pressi di casa sua e che,avendo loro perso la mamma, lui allevava con amore e passione. Ma devo dire che Via Libertà quel giorno d’agosto al Pirata,c’era un po’ tutta. Non dobbiamo dimenticare il nostro Gruppo Folkloristico che quest’anno ha dato il meglio di se stesso durante i festeggiamenti a ferragosto per i suoi 50 compleanni a cui dobbiamo riconoscenza per aver ravvivato per anni il quartiere tra canti e balli e squisita gastronomia quando l’estate si popola dei nostri emigranti che ci raggiungono da Francia,Inghilterra,America e perfino dalla punta più meridionale dell’Africa, ma anche di molti che dalle città italiane vengono da noi per godere della frescura dei nostri boschi e delle attrattive che il nostro borgo e la Valtaro tutta offre loro durante l’estate ,un’estate Valtarese dal suo sorgere molto gettonata e nel suo divenire sempre più ricca di eventi, sempre più alla ricerca di quella perfezione, che nel suo essere i nostri avi avevano cercato di lasciarci: una bella eredità che si sta protraendo nel tempo e ci coinvolge un po’ tutti in quell’alone di ospitalità antica e di senso di accoglienza che ormai è una caratteristica comune a tutti noi del Borgo. Un bell’agosto 2017, una bella estate fatta di sole e di caldo che ha lasciato spazio alle manifestazioni organizzate, dalla passeggiata storica per le vie del quartiere terminata con la caccia al tesoro, al mercato di Forte dei marmi lungo Via Libertà al cinquantesimo anniversario del gruppo Folkloristico ai mercatini che le donne della Parrocchia organizzano da anni per beneficenza, alla bella processione in onore del santo Rocco che ci vede e ci protegge, meravigliosi momenti di unione di un Quartiere,ma anche di un Borgo che ci sentiamo nostri .

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