Da Silvano Ottonari
Testamento Spirituale del del Principe Emanuele Filiberto di Savoia. (Genova 1869 – Torino 1931)

La sera scende sulla mia giornata laboriosa e, mentre le tenebre inondano e sommergono la mia vita terrena e sento avvicinarsi la fine, innalzo a Dio il mio pensiero riconoscente per avermi concesso nella vita infinite grazie ma soprattutto quella di servire la Patria ed il mio Re con onore e con umiltà.

Grande ventura è stata per me quella di vedere prima di chiudere gli occhi alla luce terrena, avverato il sogno giovanile della completa redenzione d’Italia e di aver potuto mercè il valore de’ miei soldati, concorrere alla vittoria che ha coronato di alloro i sacrifici compiuti: muoio perciò serenamente sicuro che un magnifico avvenire si dischiuderà per la Patria nostra sotto l’illuminata guida del Re.
Al mio augusto sovrano che ho servito sempre con lealtà con amore e con fede, rivolgo le più care espressioni del mio animo grato per l’affetto che ha sempre avuto per me, al carissimo nipote Umberto, promessa e speranza d’Italia. Il mio augurio più affettuoso e più fervido a S.M. la Regina, alla mia sposa Helene, ai miei figli Amedeo ed Aimone, ai miei fratelli Vittorio e Luigi, a tutti i miei congiunti il mio pensiero riconoscente per il bene che mi hanno voluto e che ho contraccambiato con pari tenerezza.
In quest’ora della triste dipartita desidero esprimere particolarmente tutta la mia gratitudine ad Helene per le cure che sempre mi ha prodigato e pregare i miei due cari figli di continuare nella via che ad essi ho tracciato e che si compendia nel motto: tutto per la Patria e per il Re.
Il mio estremo saluto va a tutti i miei amici, collab oratori e cari compagni d’arme del Carso e del Piave, cui esprimo ancora tutta la mia riconoscenza per quanto ai ai miei ordini hanno fatto per la gloria della Terza Armata e per la grandezza della Patria.
Desidero che la mia tomba sia, se possibile, nel cimitero di Redipuglia, in mezzo agli Eroi della Terza Armata: sarò con esssi vigile e sicura sconta alle frontiere d’Italia, al cospetto di quel Carso che vide epiche gesta ed innumeri sacrifici, vicino a quel mare che accolse le salme dei marinai d’Italia.

La sera scende sulla mia giornata laboriosa e, mentre le tenebre inondano e sommergono la mia vita terrena e sento avvicinarsi la fine, innalzo a Dio il mio pensiero riconoscente per avermi concesso nella vita infinite grazie ma soprattutto quella di servire la Patria ed il mio Re con onore e con umiltà.

Grande ventura è stata per me quella di vedere prima di chiudere gli occhi alla luce terrena, avverato il sogno giovanile della completa redenzione d’Italia e di aver potuto mercè il valore de’ miei soldati, concorrere alla vittoria che ha coronato di alloro i sacrifici compiuti: muoio perciò serenamente sicuro che un magnifico avvenire si dischiuderà per la Patria nostra sotto l’illuminata guida del Re.
Al mio augusto sovrano che ho servito sempre con lealtà con amore e con fede, rivolgo le più care espressioni del mio animo grato per l’affetto che ha sempre avuto per me, al carissimo nipote Umberto, promessa e speranza d’Italia. Il mio augurio più affettuoso e più fervido a S.M. la Regina, alla mia sposa Helene, ai miei figli Amedeo ed Aimone, ai miei fratelli Vittorio e Luigi, a tutti i miei congiunti il mio pensiero riconoscente per il bene che mi hanno voluto e che ho contraccambiato con pari tenerezza.
In quest’ora della triste dipartita desidero esprimere particolarmente tutta la mia gratitudine ad Helene per le cure che sempre mi ha prodigato e pregare i miei due cari figli di continuare nella via che ad essi ho tracciato e che si compendia nel motto: tutto per la Patria e per il Re.
Il mio estremo saluto va a tutti i miei amici, collab oratori e cari compagni d’arme del Carso e del Piave, cui esprimo ancora tutta la mia riconoscenza per quanto ai ai miei ordini hanno fatto per la gloria della Terza Armata e per la grandezza della Patria.
Desidero che la mia tomba sia, se possibile, nel cimitero di Redipuglia, in mezzo agli Eroi della Terza Armata: sarò con esssi vigile e sicura sconta alle frontiere d’Italia, al cospetto di quel Carso che vide epiche gesta ed innumeri sacrifici, vicino a quel mare che accolse le salme dei marinai d’Italia.